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IL CASO
04.12.2025 - 12:47
SOTTOMARINA – “A che punto è l'oasi di San Felice?”. A chiederselo è il comitato per il recupero del forte San Felice dopo che, da diversi mesi, non riceve più risposte o aggiornamenti sulla situazione di un'area storica: un vero e proprio polmone verde di Sottomarina su cui è stato messo mano, secondo i volontari, in maniera troppo drastica.
“Abbiamo chiesto a più riprese che sia fatto un sopralluogo – sottolinea il presidente Erminio Boscolo Bibi - per verificare la situazione della parte interna dell'area, dove sono presenti gli habitat di interesse comunitario, la cui preservazione e possibile ampliamento sono gli obiettivi formalmente dichiarati dal progetto che si sta realizzando. L'abbiamo chiesto anche nell'ultima riunione del tavolo tecnico per il forte del 30 ottobre, senza avere risposta”.
Il comitato continua ad essere scettico sulle procedure adottate: “Le nostre perplessità permangono – spiega ancora - vista da fuori l'oasi ci sembra sempre più un grande vivaio: dopo le migliaia di piantine-fuscelli di lecci piantate l'inverno-primavera scorsi, ora sono stati qualche migliaio di esemplari di arbusti di varie specie, ancor più piccoli, ad essere piantumati anche in mezzo agli alberi rimasti. Quanto tempo ci vorrà perché l'area assuma un aspetto naturalistico? Chi l'avrà in carico nel frattempo? Continuiamo ad insistere sulla necessità di coinvolgere i cittadini e lo facciamo verso il provveditorato opere pubbliche, il consorzio Venezia Nuova e il Comune”.
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