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05.12.2025 - 17:50
ROMA -Il diritto alla salute per gli anziani in Italia è sotto pressione: la quarta edizione dell’Osservatorio sul sistema di tutela per gli over 65, presentata presso il Roma NH Hotel Villa Carpegna da Cna Pensionati, mette in luce criticità e disparità che rischiano di escludere molti cittadini dal pieno accesso ai servizi sanitari. L’incontro, intitolato “Sanità, un diritto per tutti. Osservatorio di tutela della salute per gli anziani”, ha offerto un momento di confronto e riflessione sulla condizione sanitaria della popolazione over 65 e sulle sfide imposte dall’invecchiamento della società italiana.
Al centro dei lavori è emersa l’urgenza di garantire un accesso equo ai servizi, ridurre le disparità territoriali e costruire modelli di cura capaci di rispondere alla crescente domanda legata all’invecchiamento della popolazione. L’Osservatorio, strumento permanente di monitoraggio e tutela, analizza i bisogni di salute reali della comunità dei pensionati Cna, valuta il livello dei servizi offerti e definisce proposte per rafforzare le politiche associative.
Mario Pagani, segretario di Cna Pensionati, ha sottolineato le difficoltà oggettive nell’accesso ai servizi sanitari, amplificate dalla crescente digitalizzazione. “Rischiano di restare esclusi molti anziani che non hanno familiarità con gli strumenti digitali. Da parte nostra c’è l’impegno a garantire formazione per l’alfabetizzazione digitale dei pensionati, ma occorre anche che gli strumenti siano semplici e accessibili. E rimanga il contatto umano: fondamentale per chi non riesce a usare i sistemi digitali e per mantenere il legame sociale, fondamento di ogni comunità”, ha spiegato.
L’indagine del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, su un campione di 5.553 intervistati, evidenzia come il 79,2% degli over 65 riesca a vedere il medico di base entro 30 minuti, con prestazioni migliori in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, ma peggiori nelle aree rurali e del Sud. L’accesso ai servizi specialistici e al Pronto soccorso presenta criticità: il 31% ha rinunciato a prestazioni per difficoltà di spostamento e carenza di collegamenti. La conoscenza dei servizi territoriali, come le Case di comunità, è limitata, mentre le farmacie rappresentano un punto di riferimento.
La digitalizzazione è in crescita ma resta poco radicata: il 36,6% degli intervistati non utilizza servizi digitali, il 9,8% non sa cosa siano, e solo il 4% ricorre a televisite. Il 52,6% ha una buona familiarità con le competenze digitali fino ai 70 anni, poi la percentuale scende. Lo SPID resta uno strumento critico per molti.
Durante l’incontro, è emerso come fragilità croniche, non autosufficienza e bisogno di assistenza continuativa stiano spostando il baricentro della sanità verso un modello integrato, in cui medicina territoriale, prevenzione, teleassistenza e sostegno familiare diventano essenziali. Tra le priorità indicate figurano la semplificazione dei percorsi, il potenziamento dell’assistenza territoriale, l’integrazione tra canali digitali e tradizionali e l’attenzione alla formazione continua. Gli anziani devono essere considerati cittadini titolari di diritti e parte attiva nella definizione delle politiche pubbliche.
“Lo stato di salute degli anziani in Italia è precario perché la sanità pubblica non riesce a soddisfare tutte le esigenze, mentre la popolazione invecchia rapidamente. Mediamente, l’aspettativa di vita supera gli 84 anni, una delle più alte al mondo, ma con essa aumentano patologie e disagi sociali. Serve massima interazione con gli enti pubblici e supporto ai decisori per migliorare il sistema”, ha spiegato Lorenzo Marchetti, presidente di Cna Pensionati.
Sul fronte economico, Marchetti ha evidenziato la debolezza delle pensioni degli artigiani, che non rispecchiano l’impegno lavorativo profuso per decenni, e la necessità di rivedere il sistema di welfare nazionale per far fronte a un futuro demografico sempre più sfidante.
Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità del Partito Democratico, ha sottolineato i punti di forza del Servizio sanitario nazionale, ma anche le criticità: liste d’attesa, ricorso al privato per accelerare le prestazioni e squilibri territoriali. “C’è un profondo malessere tra gli operatori sanitari: medici e infermieri mancano, soprattutto per la gestione della cronicità, dell’invecchiamento e della domiciliarità”, ha detto.
All’incontro hanno partecipato anche Ludovico Cavallaro del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, il presidente Cergas Elio Borgonovi, e in collegamento Paolo Petralia, vicepresidente Fiaso. La chiusura dei lavori è stata affidata al presidente Cna Dario Costantini, che ha ribadito l’importanza della tradizione e del ruolo dei pensionati nella costruzione di un modello sanitario sostenibile e inclusivo, sottolineando le criticità legate al potere d’acquisto, al caro bollette e alla carenza di personale qualificato nei settori della sanità e dell’assistenza agli anziani.
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