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Bus di Mestre, chiusa l’indagine

Sette dirigenti del Comune di Venezia indagati

Un neonato e una 12enne nella strage dei giovani a Mestre

VENEZIA -  La procura lagunare ha chiuso l’indagine sull’incidente del bus avvenuto nell’ottobre 2023 a Marghera, quando un autobus precipitò dal cavalcavia superiore causando la morte di 22 persone. A finire sotto accusa sono sette dirigenti del Comune di Venezia, tra cui tre del settore viabilità, tre responsabili del servizio manutenzione viabilità della terraferma e un progettista che seguì «plurimi appalti di manutenzione ordinaria e straordinaria» relativi alla viabilità della terraferma, commissionati tra il 2015 e il 2023.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, per gli indagati potrebbe arrivare a breve una richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse contestate, a vario titolo, sono di omicidio colposo, lesioni colpose e stradali e crollo colposo. Nell’avviso non compare invece l’amministratore delegato della società La Linea, Massimo Fiorese, per il quale i pm potrebbero chiedere l’archiviazione.

Per arrivare alla chiusura dell’indagine sono stati necessari due anni di accertamenti, con proroghe deliberate dai pm Laura Cameli e Giorgio Gava.

L’incidente, avvenuto nella serata del 3 ottobre 2023, vide l’autobus precipitare per circa 15 metri, ruotando su se stesso e prendendo parzialmente fuoco. Nell’impatto persero la vita 21 passeggeri, tutti turisti stranieri in vacanza, e l’autista del pullman, Alberto Rizzotto. L’iniziale ipotesi di un malore alla guida dell’autista è stata esclusa dagli accertamenti della procura, che hanno invece riscontrato una rottura meccanica precedente al tragico incidente.

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