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06.12.2025 - 17:10
VENEZIA - Il Veneto continua a pagare un prezzo drammatico in termini di sicurezza sul lavoro: nei primi dieci mesi del 2025 i decessi registrati in regione hanno già raggiunto quota 100, con un incremento del 56,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando le vittime erano 64. La regione resta seconda in Italia per numero assoluto di morti sul lavoro, preceduta solo dalla Lombardia, e oltre quattro lavoratori su dieci deceduti sono di origine straniera.
A fornire un quadro dettagliato della situazione è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre. L’ingegner Mauro Rossato sottolinea come «le morti in occasione di lavoro rappresentano il vero indicatore del livello di sicurezza sul territorio. Per il Veneto, questi dati sono drammatici». Dei 100 decessi registrati da gennaio a ottobre 2025, 70 sono avvenuti durante l’attività lavorativa vera e propria, con un incremento di 23 vittime rispetto al 2024, mentre 30 sono morti in itinere, 13 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il rischio di mortalità resta elevato in tutta la regione. L’indice di incidenza degli infortuni mortali, calcolato su un milione di occupati, pone Rovigo in zona rossa (70,2), seguita da Vicenza (41,0) e Venezia (38,0), mentre Verona (27,6), Padova (26,9) e Belluno (22,3) rientrano in zona arancione e Treviso (17,4) in zona bianca. Verona registra il numero assoluto maggiore di vittime totali (22), seguita da Venezia e Vicenza (19) e Padova (18). Per quanto riguarda gli infortuni in occasione di lavoro, Vicenza guida la classifica con 16 morti, seguita da Venezia (14) e Verona e Padova (12).
Le denunce di infortunio complessive mostrano un lieve aumento: 60.052 quest’anno contro 58.490 nello stesso periodo del 2024. La provincia di Verona presenta il numero più alto di denunce (12.142), seguita da Padova (11.782), Vicenza (10.911), Treviso (10.816), Venezia (10.230), Belluno (2.399) e Rovigo (1.772).
Per genere e nazionalità, i dati evidenziano che gli uomini registrano 39.801 denunce totali (34.572 in occasione di lavoro), mentre le donnE 20.521 (15.857 in occasione di lavoro). I decessi femminili sono sette, di cui quattro sul lavoro e tre in itinere. Tra i lavoratori stranieri, le denunce totali ammontano a 16.074, con 13.386 in occasione di lavoro, mentre i morti stranieri sono 42 (29 in attività lavorativa).
L’attività manifatturiera continua a essere il settore più colpito, con 11.082 denunce di infortunio sul lavoro, seguita da Costruzioni (3.887), Commercio (3.472), Trasporti e Magazzinaggio (3.072) e Sanità (2.880).
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