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I giovani italiani rinunciano ai figli

A pesare la paura del futuro e l'incertezza economica

I giovani italiani rinunciano ai figli

VENEZIA - Gli italiani hanno paura del futuro e questa paura si riflette in una scelta sempre più netta: non fare figli. È quanto emerge da una rilevazione dell’Istituto demoscopico Noto, realizzata per il Sole 24 Ore, che ha coinvolto un campione di giovani tra i 18 e i 35 anni. Un’indagine che fotografa una generazione segnata dall’ansia economica, condivisa a livello europeo, ma che in Italia appare aggravata da una percezione di assenza di soluzioni concrete.

I numeri della natalità confermano il quadro. Nel 2024 il tasso di fecondità in Italia si attesta a 1,18 figli per donna, con 229.731 nati da gennaio ad agosto 2025, in calo del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato nettamente inferiore a quello della Francia, dove il tasso è di 1,62, ma anche della Gran Bretagna con 1,41 e della Germania con 1,35. Solo la Spagna registra un valore più basso, pari a 1,1 figli per donna.

Alla domanda sull’intenzione di avere figli, il 20% dei giovani italiani dichiara di non volerne avere mai. Una percentuale che risulta più che doppia rispetto a quella di inglesi e spagnoli, rispettivamente al 8% e al 4%, mentre si attesta al 10% tra francesi e tedeschi. Ancora più significativo è il dato sull’incertezza: il 42% degli italiani non sa se avrà figli, una quota che si riduce notevolmente negli altri Paesi europei, scendendo al 18% nel Regno Unito, al 28% in Spagna, al 26% in Germania e al 21% in Francia.

Alla base di questa esitazione c’è innanzitutto l’insicurezza economica. Il 41% dei giovani italiani, francesi e tedeschi indica proprio questo fattore come determinante nella scelta di non avere figli, percentuale che sale al 57% in Spagna e al 45% in Gran Bretagna. Ma per l’Italia il peso delle difficoltà economiche appare ancora più marcato se si considera il costo complessivo per crescere un figlio, indicato dal 78% degli intervistati italiani come uno degli elementi principali che influiscono sulla decisione. Negli altri Paesi la stessa risposta riguarda il 58% di francesi, tedeschi e spagnoli e il 62% degli inglesi.

Il tema del lavoro rappresenta un ulteriore elemento di freno. Nel Regno Unito il rischio di perdere l’occupazione pesa sul 59% degli intervistati. In Italia, invece, emergono una serie di fattori strutturali che rendono la genitorialità difficilmente compatibile con la vita quotidiana. Il 57% dei giovani segnala la scarsa disponibilità di asili nido e servizi per l’infanzia, il 62% lamenta congedi parentali troppo brevi o mal distribuiti tra i genitori e ben il 77% denuncia le difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. In linea con questa percezione, il 77% dei giovani italiani ritiene che la decisione di avere figli sia fortemente condizionata dalla presenza di un supporto all’interno della famiglia, una percentuale nettamente superiore a quella registrata in altri Paesi, dove si ferma al 30% nel Regno Unito e al 39% in Francia.

A pesare è anche un giudizio severo sul contesto sociale. Per il 72% degli intervistati italiani la società non valorizza adeguatamente la genitorialità rispetto alla realizzazione personale e professionale. Una percezione molto più accentuata rispetto agli altri Paesi europei: in Germania la percentuale scende al 47%, al 46% in Spagna, al 43% in Francia e al 41% in Gran Bretagna. Anche gli incentivi economici vengono considerati insufficienti: attribuiscono loro un ruolo determinante il 44% degli italiani, il 42% degli spagnoli, il 41% degli inglesi, il 37% dei tedeschi e il 34% dei francesi.

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