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09.12.2025 - 14:16
VENEZIA – Dieci reperti archeologici di notevole pregio, recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Venezia, sono stati consegnati alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia e destinati alla valorizzazione al Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine, nel Rodigino. Tra i manufatti più significativi spicca un’olpe etrusco-corinzia a rotelle degli inizi del VI secolo a.C., confrontabile con un esemplare conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il collo del vaso è decorato con fasce parallele brune, rosse e bianche, mentre sul corpo si alternano, su due registri sovrapposti separati da fasce in tricromia, teorie di animali reali e fantastici, intervallati da numerose rosette circolari con partizioni graffite a croce. La parte inferiore è ornata da una suggestiva “catena di denti di lupo”.
L’area di produzione e circolazione dei reperti, comprendenti ceramiche d’impasto e fini da mensa, risulta collocabile nell’ambito etrusco-laziale medio-tirrenico, con una datazione che va dall’Età Orientalizzante all’Età Tardo Arcaica, tra l’VIII e il VI secolo a.C.
Le indagini, dirette dalla Procura di Venezia e avviate nell’ottobre 2024, sono nate nell’ambito di un’attività ispettiva presso un’abitazione privata, parte di un asse ereditario. I reperti erano privi di valido titolo di proprietà, e il sequestro ha consentito di chiarire la loro provenienza: si trattava di oggetti trafugati da scavi clandestini in area centro-italica, ricettati successivamente in area ceretana e etrusco-laziale, fino a giungere nelle mani dei detentori più recenti, che li avevano acquisiti in buona fede senza titoli legittimi.
Nel maggio 2025 la Procura di Venezia ha disposto il dissequestro dei beni e la loro restituzione allo Stato, rappresentato dalla Soprintendenza ABAP di Venezia. Su disposizione della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura, i reperti sono stati assegnati al Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine, dove saranno valorizzati e resi accessibili al pubblico, contribuendo alla conoscenza e alla tutela di un patrimonio etrusco-laziale di straordinario valore storico e artistico.
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