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Manovra 2026: tassa di 2 euro su pacchi fino a 150 euro

Microspedizioni e Tobin Tax: i correttivi puntano a nuove entrate senza aumentare la pressione fiscale

Manovra 2026: tassa di 2 euro su pacchi fino a 150 euro

VENEZIA - Il governo definisce i primi correttivi alla manovra 2026, puntando a misure che garantiscano maggiori entrate senza aumentare ulteriormente la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Tra gli interventi più rilevanti, il contributo di 2 euro sulle microspedizioni riguarderà tutti i pacchi, anche quelli che partono e arrivano in Italia. Una richiesta di applicarlo solo ai pacchi extra UE si tradurrebbe di fatto in un dazio, in quanto le politiche doganali sono di competenza esclusiva dell’Unione europea.

Parallelamente, è previsto un raddoppio della Tobin Tax, portando dal 2 al 4 per mille la tassazione sui mercati non regolamentati e dall’1 al 2 per mille su quelli regolamentati. Il governo punta a un’applicazione immediata dal 2026, superando l’ipotesi di un percorso progressivo triennale suggerito da alcuni emendamenti di Fratelli d’Italia. La struttura attuale della tassa sulle transazioni finanziarie porta nelle casse dello Stato circa 546 milioni di euro l’anno, secondo il bollettino statistico del Dipartimento delle Finanze. Il raddoppio potrebbe generare ulteriori coperture per circa 1,5 miliardi di euro in tre anni, garantendo circa il 60% dei fondi necessari alla manovra.

Il doppio intervento è stato pensato anche per bilanciare lo stop alla doppia tassazione sui dividendi, con la nuova regola fondata sulle soglie alternative del valore della partecipazione, 5% o 500mila euro, che continuerà a garantire il trattamento di favore previsto dalla participation exemption.

Gli emendamenti governativi, attesi oggi in commissione Bilancio al Senato, hanno preso forma nelle ultime ore. Il fascicolo dei correttivi è molto più leggero rispetto alle oltre 80 proposte di intervento presentate nei giorni scorsi dai vari ministeri. L’obiettivo è cancellare gli aspetti più problematici del Ddl approvato a metà ottobre, con misure che in pratica si autocompensano, senza necessità di ulteriori coperture. Come aveva chiarito il ministro dell’Economia Giorgetti, «i saldi rimangono quelli», dopo che i parlamentari avevano fatto confluire inizialmente 5.742 emendamenti, poi ridotti a 414 segnalati.

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