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Progressioni di carriera in Comune, la CGIL attacca: “Bandi finti, colloqui in streaming”

A denunciarlo è Paolo D’Agostino, per la Segreteria della FP CGIL

Progressioni di carriera in Comune, la CGIL attacca: “Bandi finti, colloqui in streaming”

VENEZIA - “Bandi finti”, scritti per assegnare incarichi già decisi e non per valorizzare il merito. È un attacco durissimo quello lanciato dalla Funzione Pubblica CGIL contro il Comune di Venezia sulle progressioni di carriera attese da due anni dal personale. A denunciarlo è Paolo D’Agostino, per la Segreteria della FP CGIL, che accusa l’amministrazione di aver atteso le Elezioni Regionali e l’udienza sull’inchiesta Palude prima di pubblicare un bando che, secondo il sindacato, non garantirebbe alcuna reale competizione.

Secondo la CGIL, i criteri adottati, soprattutto dopo un cambio dell’ultimo minuto, rendono le posizioni bandite non liberamente contendibili e già destinate non a chi ha maturato i requisiti attraverso il proprio percorso professionale, ma a chi lavora in specifici servizi del Comune. “È difficile non pensare a regali di Natale – afferma D’Agostino – o a saldi elettorali per la fedeltà dimostrata o per il silenzio mantenuto negli anni di gestione disastrosa dell’ente e delle politiche sul personale”.

Nel mirino del sindacato anche la tempistica politica. L’ex assessore Besio, secondo la CGIL, avrebbe atteso l’elezione prima di rendere trasparente l’utilizzo dell’istituto delle progressioni, mentre ora l’attenzione è rivolta a come il nuovo assessore Paolino D’Anna deciderà di gestire la questione. I numeri del bando, per la Funzione Pubblica CGIL, confermano le criticità: su oltre 500 posizioni previste, solo 84 sarebbero destinate a reali progressioni di carriera, senza che emerga alcun criterio di distribuzione tra i settori del Comune.

Il sindacato ricorda inoltre che per due anni e mezzo la Direzione del Personale e l’Amministrazione hanno rifiutato di aprire un confronto chiaro sulle modalità di utilizzo delle progressioni di carriera, rendendo il Comune di Venezia l’unico in provincia a non aver spiegato come applicare questo strumento. “Oggi però l’obiettivo è chiaro – accusa D’Agostino – pagare chi è stato vicino, non chi è stato meritevole”.

A dimostrazione di ciò, la CGIL indica il cambio delle regole già approvate, con il raddoppio dei punteggi per un colloquio non previsto dal contratto nazionale, che diventerà determinante per l’esito della selezione. Una scelta che, secondo il sindacato, risponde all’obiettivo dichiarato dallo stesso Comune di “cambiare le regole per escludere i candidati che non volevano”, come emerso nella trattativa del 26 novembre scorso. Una “vergogna dichiarata”, che per la FP CGIL colpisce l’istituto del contratto nazionale pensato per motivare il personale nel proprio percorso di crescita.

Da qui la richiesta di massima trasparenza: la Funzione Pubblica CGIL chiede che i colloqui siano pubblici e trasmessi in diretta streaming, affinché tutti possano assistere e valutare direttamente ciò che accadrà nelle selezioni. “Non resteremo in silenzio – afferma D’Agostino – davanti a questa violenza perpetrata verso centinaia di colleghi, tenuti buoni fino all’ultimo con promesse che sulla carta risultano già destinate a essere disattese”.

Le progressioni di carriera, sottolinea infine la CGIL, sono a tutti gli effetti procedure selettive. Le regole definite dal Comune annientano la possibilità di una reale competizione e indicano di fatto già il vincitore. Per questo, come già avvenuto in AMES, dove l’unica progressione verticale bandita è stata vinta da una funzionaria sindacale in distacco, la Funzione Pubblica CGIL di Venezia annuncia la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica e all’ANAC. A stabilire se quanto accaduto sia legittimo o meno, conclude il sindacato, saranno i magistrati.

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