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Il treno soppresso crea disagi

La cancellazione del Rovigo Chioggia genera malumori tra i pendolari. La linea era molto frequentata

Il treno soppresso crea disagi

La cancellazione del Rovigo Chioggia genera malumori tra i pendolari. La linea era frequentatissima

CHIOGGIA - Soppresso il treno delle 6:30 da Chioggia a Rovigo: proteste per i disagi a studenti e pendolari. La sua cancellazione sta generando forti malumori tra i pendolari. Il convoglio, tra i più frequentati della linea, rappresentava un punto di riferimento per studenti e lavoratori che ora si trovano costretti a scegliere tra un autobus sostitutivo alle 5:54 o il treno successivo alle 7:29. Entrambe le alternative si stanno rivelando problematiche: la corsa anticipata impone sveglie all’alba e spostamenti al buio, spesso in condizioni meteorologiche avverse; quella successiva, invece, comporta ritardi sistematici per chi deve raggiungere scuole e uffici.

A peggiorare la situazione, la comunicazione della soppressione è arrivata solo dopo il rinnovo degli abbonamenti, lasciando molte famiglie a dover affrontare spese aggiuntive per soluzioni di trasporto alternative.

A sollevare la questione è il consigliere regionale del Partito democratico Jonatan Montanariello, che ha definito “inaccettabile” la soppressione di un servizio essenziale in una fascia oraria così critica.

“Comprendo l’importanza dei lavori infrastrutturali – ha dichiarato – ma non si può penalizzare in questo modo un’intera comunità. Sarebbe bastato prevedere autobus sostitutivi nella stessa fascia oraria, magari con una corsa diretta per Rovigo e una con fermate intermedie”. Montanariello ha inoltre ricordato come, a livello regionale, fosse stato promesso un miglioramento nella gestione del servizio ferroviario e nel dialogo con i territori da parte di Rfi.

“Alla luce di quanto sta accadendo – ha aggiunto – questa promessa appare oggi disattesa”. Il consigliere ha infine fatto sapere di aver scritto direttamente ai vertici di Rfi per chiedere una revisione urgente della programmazione. “Il nostro territorio – ha concluso – non può continuare a pagare il prezzo di scelte organizzative che ignorano le reali esigenze di chi ogni giorno si affida al trasporto pubblico”.

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