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Pensione anticipata sempre più lontana: i nuovi requisiti dal 2035

Aumentano gli anni di contributi necessari e il riscatto della laurea diventa meno conveniente: i dettagli per uomini, donne e lavoratori del sistema contributivo

Pensione anticipata sempre più lontana: i nuovi requisiti dal 2035

VENEZIA - Raggiungere la pensione anticipata sta diventando progressivamente più difficile, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare giovane e percepisce una retribuzione bassa. È quanto emerge dalle ultime novità contenute nell’emendamento del governo alla Manovra di Bilancio. Nel 2035, un uomo che ha iniziato la carriera lavorativa nel 1991 dovrà accumulare 44 anni e due mesi di contributi prima di poter lasciare il lavoro, una soglia superiore rispetto ai 43 anni e 8 mesi attuali, cui si aggiungeranno sei mesi di finestra mobile. Ciò significa che spesso sarà più rapido raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia, fissata per quel periodo a 67 anni e 10 mesi. Per le lavoratrici la soglia contributiva per la pensione anticipata sarà invece leggermente inferiore, pari a 43 anni e due mesi. In pratica, la misura di anticipata potrà essere sfruttata solo da chi ha iniziato a lavorare prima dei 23 anni.

Il sistema contributivo introduce ulteriori complicazioni: chi ha iniziato a versare dopo il 1995 potrà andare in pensione anticipata solo se percepisce una pensione pari ad almeno 3,2 volte l’assegno sociale, ha almeno 64 anni e 10 mesi di età e 30 anni di contributi, con sei mesi di finestra mobile da aggiungere. Per le donne con figli, la soglia minima di reddito contributivo è più bassa, variando da 2,8 volte l’assegno minimo per chi ha un figlio a 2,6 per chi ne ha due o più.

Le regole relative al riscatto della laurea sono state modificate: a partire dal 2035, gli anni universitari riscattati varranno progressivamente meno, con un taglio di sei mesi il primo anno fino a un massimo di 30 mesi per chi matura i requisiti nel 2035. Questo rende meno conveniente il riscatto della laurea, in particolare per chi è nato intorno al 2000 e rientra nel sistema contributivo puro.

Prospettive più lunghe si profilano per chi è nato negli anni ’80: un lavoratore nato nel 1981 potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2049 a 68 anni e 11 mesi, mentre la pensione anticipata arriverà tra la fine del 2045 e l’inizio del 2046, dopo 44 anni e cinque mesi di contributi e altri sei mesi di finestra mobile. In alternativa, con importo pensionistico pari ad almeno 3,2 volte l’assegno minimo e 30 anni di contributi versati, potrà anticipare il ritiro a 65 anni e sette mesi; per le donne è richiesto un anno di contributi in meno.

Il dibattito sulla Legge di Bilancio resta aperto: il senatore Claudio Borghi, relatore della Manovra per la Lega, ha annunciato che è stato depositato un emendamento che cancella le norme sulle finestre e sul riscatto della laurea, sostituendole con una copertura finanziaria individuata tramite l’Irap sulle banche, considerata una “clausola di salvaguardia”. La riforma delle pensioni rimane quindi in evoluzione e gli scenari per il futuro del sistema previdenziale italiano sono ancora in parte da definire.

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