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19.12.2025 - 17:33
VENEZIA - Due uomini arrestati e due denunciati: è il bilancio dell’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Venezia, eseguita questa mattina su delega della Procura della Repubblica di Venezia nelle province di Bolzano e Treviso. I provvedimenti, firmati dal GIP del Tribunale di Venezia, riguardano due italiani, un 37enne già agli arresti domiciliari e un 31enne di etnia “sinti”, mentre altri due soggetti, rispettivamente di 55 e 51 anni, sono stati deferiti a piede libero. Tutti sono ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di rapina aggravata in concorso, furto aggravato in concorso, lesioni personali aggravate e indebito utilizzo di strumenti di pagamento, reati commessi tra dicembre 2022 e luglio 2023 nelle province di Venezia e Treviso.
Le indagini, articolate e complesse, hanno preso avvio a gennaio 2023 e si sono sviluppate fino a luglio, con l’ausilio di attività tecniche e tradizionali, consentendo di smascherare un gruppo criminale specializzato in rapine seriali ai danni di commercianti e privati cittadini. Gli episodi erano caratterizzati da modalità violente e cruente nei confronti delle vittime che tentavano di reagire. Tutto è iniziato da una rapina avvenuta la sera del 16 gennaio 2023 a Torre di Mosto (VE), dove il titolare di un supermercato, dopo la chiusura, è stato aggredito con un bastone e un oggetto simile a una pistola, mentre gli veniva sottratto l’incasso giornaliero.
Grazie all’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, i Carabinieri hanno individuato l’autovettura utilizzata dai rapinatori, risultata provento di furto, e il veicolo “pulito”, intestato al 31enne, con cui i malviventi si erano dati alla fuga. L’identificazione dei mezzi e dei reali utilizzatori ha permesso di ricostruire la rapina di Torre di Mosto e di collegarla ad altri gravi reati predatori commessi dagli stessi soggetti.
Il gruppo criminale agiva prevalentemente in orario serale, prendendo di mira titolari di attività commerciali per sottrarre l’incasso o donne che accompagnavano i figli a scuola. In caso di resistenza delle vittime, gli indagati non esitavano a colpire con pugni o oggetti contundenti, fino all’uso della punta di un trapano o addirittura investendo le persone con le auto per assicurarsi la refurtiva e la fuga. La gravità e la reiterazione di tali condotte hanno reso necessaria l’emissione del provvedimento restrittivo, al fine di prevenire ulteriori episodi di violenza.
Al termine delle formalità di rito, i due destinatari delle misure cautelari sono stati condotti presso le case circondariali di Bolzano e Pordenone, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il procedimento penale rimane aperto e la colpevolezza degli indagati dovrà essere accertata in sede di sentenza irrevocabile.
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