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IL COMMENTO
19.12.2025 - 11:57
CHIOGGIA – Infrastrutture e trasporto pubblico tornano al centro del dibattito in consiglio regionale, ma per il consigliere del Partito democratico Jonatan Montanariello il quadro resta critico: “Il Veneto continua a viaggiare a due velocità”, ha dichiarato, puntando il dito contro uno sviluppo territoriale che definisce “squilibrato”.
Secondo Montanariello, accanto a un Veneto che inaugura treni ad alta velocità e nuove infrastrutture, esiste un’altra faccia della regione, fatta di territori dimenticati come l’area sud di Venezia e Chioggia, settima città del Veneto, che restano ai margini delle politiche regionali.
“La Sr11 non è ancora stata messa in sicurezza, l’Arzaron è eternamente incompiuta e la Romea è ormai il simbolo di promesse mancate e tragedie annunciate”, ha aggiunto.
Durante la seduta, il consigliere ha anche acceso i riflettori sulla crisi del settore della pesca, in particolare quella della vongola di mare. “Non solo si tratta di una delle crisi più profonde del comparto, ma le risorse promesse e votate all’unanimità nel bilancio regionale non sono mai state erogate, aggravando ulteriormente la situazione”.
Montanariello ha poi criticato le recenti dichiarazioni del presidente Alberto Stefani, che ha parlato di “continuità” nell’azione amministrativa. “Una continuità che però non risolve i ritardi accumulati negli anni e che contrasta con gli impegni presi in campagna elettorale, come il trasporto pubblico gratuito per gli studenti, proposta concreta del Pd mai sostenuta dalla maggioranza”.
Infine, l’allarme sull’abbandono dei territori più fragili: “Venezia continua a perdere abitanti ed è esclusa da politiche strutturali di rilancio. Serve partire dalla casa e da un trasporto pubblico efficiente, oggi del tutto insufficiente”.
“C’è disponibilità ai buoni propositi – ha concluso – ma ora servono scelte chiare e azioni concrete. Non possiamo permetterci un Veneto spaccato in due sul piano infrastrutturale, sociale ed economico. Senza un vero piano di sviluppo, imprese e territori continueranno a vivere nell’incertezza”.
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