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Mose, mancano oltre 41 milioni di euro

Brugnaro interviene sui finanziamenti

Mose, mancano oltre 41 milioni di euro

VENEZIA - Oltre 41 milioni di euro ancora da reperire entro la fine del 2025 e il rischio concreto di un rallentamento, se non di un blocco, delle attività del Mose. È questo il quadro che fa da sfondo alla dura presa di posizione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, intervenuto con una nota ufficiale sulla delicata situazione finanziaria legata al sistema di dighe mobili che protegge la città dall’acqua alta.

Il primo cittadino spiega di seguire da giorni l’evolversi della vicenda “con particolare attenzione e con interlocuzioni al massimo livello”, sottolineando come il Mose rappresenti “un’infrastruttura unica al mondo”, che ha già dimostrato la propria efficacia con oltre 110 sollevamenti delle paratoie. “È un presidio di sicurezza che non può permettersi incertezze”, rimarca Brugnaro, ribadendo di aver sempre difeso l’opera anche quando, a Venezia, non mancavano posizioni apertamente contrarie.

Il sindaco rivendica il ruolo della sua amministrazione nel completamento e nella piena operatività del Mose, chiarendo che continuerà a sostenere le opere di salvaguardia perché la priorità resta una sola: proteggere Venezia, i suoi abitanti e chi vi lavora. E attacca senza mezzi termini chi oggi solleva preoccupazioni dopo aver osteggiato l’opera in passato. “Gli esponenti dei partiti che sono sempre stati vicini alle posizioni dei No-Mose, e che non lo volevano, inutile che fingano di stracciarsi le vesti”, afferma.

Brugnaro richiama poi un momento simbolico per la città: il 3 ottobre 2020, quando le 78 paratoie del Mose si sollevarono per la prima volta in esercizio. “Ero alle bocche di porto in sala operativa e a Pellestrina – ricorda – mentre la città restava all’asciutto e fuori la marea spingeva”. In quelle ore, racconta, arrivò anche una telefonata del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per esprimere soddisfazione per il successo dell’operazione, definita dal sindaco non un miracolo, ma il risultato di lavoro, competenze e responsabilità condivise.

Gli amici del Mose siamo noi, è questa maggioranza che amministra Venezia – prosegue Brugnaro – non certo chi lo riscopre oggi dopo averlo combattuto ieri”. E avverte: con altre forze politiche alla guida della città, Venezia sarebbe ancora costretta a convivere con stivali e piani terra ciclicamente allagati.

Nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali, il sindaco auspica ora un confronto serio e costruttivo tra Governo, Ministero delle Infrastrutture, Ragioneria generale dello Stato, Autorità per la Laguna e imprese coinvolte, per individuare rapidamente soluzioni in grado di garantire continuità operativa, programmazione e serenità gestionale. Brugnaro si dice fiducioso che il Governo e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni manterranno gli impegni finanziari assunti, ribadendo che il Mose “non è una bandiera politica, ma un’opera di salvaguardia nazionale e un patrimonio dell’ingegneria italiana”.

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