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21.12.2025 - 15:45
VENEZIA -
Dal 1° gennaio 2026 il bollo auto subirà una delle modifiche più rilevanti degli ultimi anni, introducendo novità che cambieranno il rapporto tra automobilista e tributo. Non cambia l’importo, che continuerà a dipendere dalla potenza del veicolo e dalla sua classe ambientale, ma cambiano le scadenze, le modalità di pagamento e le regole per alcune categorie di automobilisti.
Per le auto immatricolate dal 2026, il bollo non seguirà più i tradizionali scaglioni trimestrali o semestrali stabiliti dalle Regioni. Il primo pagamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione e coprirà i 12 mesi successivi. Ad esempio, un’auto immatricolata il 2 maggio 2026 dovrà pagare il bollo entro il 30 giugno 2026, e ogni anno successivo entro la stessa data. Questa modifica mira a semplificare le scadenze e a uniformarle a livello nazionale.
Un’altra novità riguarda la modalità di pagamento: spariscono le rate mensili o semestrali. Dal 2026, il bollo dovrà essere versato in un’unica soluzione annuale, anche se le Regioni potranno prevedere deroghe per alcune categorie di veicoli, consentendo eventualmente pagamenti quadrimestrali.
La riforma conferma che il bollo resta un tributo regionale: ogni Regione potrà dunque stabilire tariffe, agevolazioni e scadenze secondarie, con possibili variazioni territoriali dei costi e incentivi per veicoli più ecologici.
Una delle novità più discusse riguarda i veicoli in fermo amministrativo. Fino a oggi questi mezzi erano esentati dal pagamento, ma dal 2026 il bollo sarà dovuto anche se il veicolo è bloccato per motivi fiscali o per gravi violazioni, perché il tributo è legato al possesso e non all’utilizzo.
Resta centrale il tema delle esenzioni: chi percepisce un reddito personale annuo pari o inferiore a 8.000 euro potrà richiedere l’esenzione dal bollo, presentando documentazione ufficiale dall’Agenzia delle Entrate. Per le vetture ibride ed elettriche immatricolate dal 2022, l’esenzione potrà durare cinque anni dalla prima immatricolazione, sempre previa domanda agli uffici erariali o agli sportelli regionali, senza automatismi.
Parallelamente, la riforma punta alla digitalizzazione dei pagamenti: dal 2026 sarà possibile versare il bollo solo tramite canali digitali certificati, come PagoPA, portali regionali o l’app IO, con notifiche automatiche di scadenza e collegamento diretto agli archivi nazionali dei veicoli.
Non cambiano invece i criteri di calcolo dell’importo: resteranno basati su potenza e classe ambientale, così come il “superbollo” per i motori più potenti.
È importante sottolineare che tutte queste novità riguardano solo le auto immatricolate dal 1° gennaio 2026. I veicoli già in circolazione alla fine del 2025 continueranno a seguire le regole attuali, con pagamento possibile anche in più rate trimestrali o semestrali, salvo diverse disposizioni regionali.
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