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Salzano
21.12.2025 - 10:44
La prima cosa che si è sentita è stata una serie di colpi secchi, “come di petardi, ma più vicini e più cattivi”, racconta un vicino. Poi un lucore arancione che ha trasformato la notte in un teatrino d’ombra e fumo. In pochi secondi il crepitio si è fatto boato: un camper in cortile divorato dalle fiamme, due auto parcheggiate accanto trasformate in torce, finestre che si spalancano, persone in strada in pantofole e telefonate concitate al 112. Così, nel cuore della notte a Salzano, la casa della famiglia Levach è diventata l’epicentro di un attentato incendiario che ha scosso il quartiere e rimesso al centro dell’attenzione il tema — delicato e spesso strumentalizzato — della convivenza e della sicurezza. Le sirene dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri hanno spezzato il buio, mentre le fiamme lambivano le carcasse dei veicoli; nel giro di pochi minuti l’incendio è stato contenuto, ma le sagome annerite dei mezzi raccontano da sole la violenza dell’azione.
L’obiettivo dell’azione, avvenuta nella notte in una via residenziale di Salzano, è la proprietà riconducibile alla famiglia Levach, nome noto nella zona del Miranese. In passato il cognome è comparso nelle cronache giudiziarie locali, ma anche in interessi economici legati alla compravendita di auto; nel 2022 alcuni membri della famiglia, tra cui Luciano e Sara Levach, sono stati assolti con formula piena in un procedimento su presunta evasione fiscale, vicenda che si chiuse con il dissequestro dei beni e un sollievo che allora parve definitivo. Anche per questo, l’attacco di oggi ha il sapore di una ferita che riarma paure antiche e domande nuove. (Fonte di contesto: La Nuova Venezia, 30 gennaio 2022.)
Secondo quanto ricostruito finora, ignoti avrebbero raggiunto il cortile della casa nella fascia oraria notturna: il fuoco è divampato prima dal camper, poi si è propagato alle due autovetture. A destare allarme nei primi istanti sarebbero stati piccoli scoppi, compatibili — lo dicono spesso i tecnici — con il cedimento di componenti di plastica o pneumatici sottoposti a calore intenso; in caso di autocaravan, inoltre, la presenza di bombole di gpl può accentuare il rischio di fenomeni esplosivi secondari. Le linee guida del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco lo ribadiscono: i contenitori portatili di GPL, se coinvolti in un rogo, aumentano la pericolosità e richiedono protocolli di raffreddamento e messa in sicurezza specifici.
Arrivati in pochi minuti, i Vigili del fuoco hanno attaccato l’incendio con linee d’acqua e schiumogeni, raffreddando il camper per prevenire sfiati o scoppi delle eventuali bombole. La priorità è stata doppia: contenere la propagazione ai fabbricati e impedire il coinvolgimento di altri veicoli. I Carabinieri hanno cinturato la zona e avviato i sopralluoghi per repertare inneschi, tracce di acceleranti, residui di micce o di dispositivi rudimentali. In casi analoghi — spiegano fonti tecniche — l’analisi dei segni lasciati dal fuoco su lamiere e plastiche, unita alle acquisizioni dei sistemi di videosorveglianza di quartiere, può offrire indizi decisivi nelle prime 24-48 ore. Le linee guida tecniche indicano inoltre come la dinamica degli scoppi minori e la deformazione dei metalli aiutino a distinguere un cortocircuito da un innesco esterno.
Le testimonianze raccolte in zona convergono su alcuni dettagli: urla, un’esplosione “sorda”, poi altre due più piccole, “come se scoppiasse qualcosa dentro”. A queste scene si somma la paura di chi abita case addossate alle corti interne: balconi bassi, tende da sole, casette attrezzi — elementi che, se lambiti, possono alimentare la progressione del fuoco. Non è la prima volta, in area Miranese, che un incendio a veicoli in sosta richiama l’attenzione pubblica: il 7 giugno 2024, in pieno giorno, un rogo a Salzano in via Piemonte bruciò tre auto in un parcheggio centrale, inizialmente circondato da dubbi e poi ricondotto — secondo ricostruzioni locali — a un probabile cortocircuito partito dal vano motore di un veicolo. È un precedente che non c’entra con l’attacco odierno, ma ricorda quanto sia fragile la percezione di sicurezza quando il fuoco compare sotto casa.
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