Cerca

dall'italia

Scuola, entra il contributo fino a 1.500 euro per gli studenti degli istituti paritari

Ma la manovra riaccende lo scontro sull’istruzione

Scuola, entra il contributo fino a 1.500 euro per gli studenti degli istituti paritari

Foto d'archivio

VENEZIA -  Il nuovo bonus destinato alle scuole paritarie entra nel testo della legge di Bilancio e riaccende immediatamente il confronto politico. Negli ultimi emendamenti approvati è stato infatti inserito un contributo da 1.500 euro per ogni studente iscritto agli istituti paritari, una misura che da mesi divide maggioranza e opposizioni. Il bonus, proposto da Mariastella Gelmini di Noi Moderati, ex ministra dell’Istruzione, prevede uno stanziamento complessivo di 20 milioni di euro per il 2026 e sarà gestito dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

Non è la prima volta che una proposta simile approda in manovra. Già a novembre dello scorso anno Fratelli d’Italia aveva presentato un emendamento analogo, poi ritirato dopo le forti polemiche politiche. Questa volta, però, Noi Moderati ha ripreso l’iniziativa e l’ha portata fino all’approvazione definitiva, inserendola nel pacchetto degli interventi collegati alla legge di Bilancio.

Il bonus è rivolto alle famiglie con un Isee non superiore a 30mila euro e riguarda gli studenti che frequentano le scuole paritarie secondarie di primo grado, quindi le medie, e il primo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, cioè le superiori. L’importo non sarà però uguale per tutti: il contributo verrà modulato in base alla situazione economica del nucleo familiare, con importi più alti per chi ha un Isee più basso. I criteri dettagliati e le modalità di accesso saranno definiti con un successivo decreto congiunto del ministero dell’Istruzione e di quello dell’Economia.

L’annuncio ha subito fatto esplodere la polemica sui presunti tagli alla scuola pubblica. Dall’opposizione, in particolare dal Movimento 5 Stelle, arrivano critiche durissime. Luca Pirondini, capogruppo M5S in commissione Cultura al Senato, parla di una scelta politica chiara: secondo i pentastellati, mentre si introducono voucher da 1.500 euro per chi iscrive i figli alle scuole private, alla scuola pubblica verrebbero sottratti quasi 900 milioni di euro nei prossimi anni. Una contrapposizione netta che riporta al centro del dibattito il tema delle priorità di spesa nel settore dell’istruzione.

Dal ministero dell’Istruzione e del Merito arriva però una replica altrettanto decisa. In una nota, il dicastero sottolinea che la spesa per la scuola sul bilancio dello Stato è destinata a crescere nel 2026, passando dal 6,2% al 6,3%, e rivendica il bonus come «un passo importante per consentire anche alle famiglie non abbienti di esercitare il diritto di scelta educativa». Il ministero aggiunge inoltre di essere in attesa dell’approvazione di un ulteriore emendamento che prevede altri 20 milioni di euro per l’acquisto dei libri di testo, sempre a favore delle famiglie con minori possibilità economiche.

La risposta non convince il Movimento 5 Stelle, che definisce la nota del Mim «tendenziosa». Secondo l’opposizione, la manovra nel suo complesso prevede per la scuola un taglio di quasi 900 milioni di euro nel triennio 2026-2028 e guardare solo ai dati del 2026 servirebbe a mascherare una riduzione progressiva delle risorse. Inoltre, viene contestato che le somme indicate come aumento di spesa non rappresenterebbero nuovi fondi, ma risorse già previste per coprire supplenze e necessità ordinarie del sistema scolastico.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400