Cerca

IL CASO

Gatto ucciso, “pena troppo lieve”

Le associazioni: “E’ un reato che denota pericolosità vera sociale. Questa non è giustizia, ma vergogna”.

Gatto ucciso, “pena troppo lieve”

Green ucciso: per le associazioni animaliste la pena comminata è troppo lieve

CHIOGGIA - Il mondo del web indignato per la condanna al carnefice di Green, il gatto morto per mano dell'ex fidanzato della propria padroncina. Il caso aveva fatto scalpore un anno fa, arrivando anche davanti alle telecamere della nota trasmissione Le Iene.

Il micio era stato massacrato di botte e, nonostante le cure, non ce l'aveva fatta. Ora è arrivata la sentenza con il suo carnefice, un giovane chioggiotto all'epoca fidanzato con la padrona di Green, Laura: un anno di reclusione, pena convertita in circa 700 ore di servizio sociale.

«Troppo poco», sentenziano migliaia di commenti e post Facebook da parte di cittadini non solo di Chioggia, ma di tutta Italia. Molte associazioni impegnate nei diritti per gli animali si dicono indignate. Tra queste Free Spirits on The Road e Coda, che sulla propria pagina Facebook congiunta hanno scritto un lungo post critico su quanto deciso dai giudici: «Condanna inadeguata - si legge - violenza contro esseri viventi indifesi, che non hanno voce. Oltre a Green altri casi in Italia. Eppure, dopo pochi mesi, gli assassini sono liberi. Ci viene detto che la legge tutela gli animali, ma la realtà è fatta di pene deboli e sentenze indulgenti. Per il povero Green sappiamo che c'è stata ammissione di colpa, una condanna, un precedente nero su bianco, ma è sufficiente? Non lo è perché questa condanna non coincide con la giustizia sostanziale. Quando la violenza è reiterata per ore contro un essere inerme, fino a portarlo alla morte, la punizione non può e non deve essere debole. Questo risultato non è proporzionato al reato, non costituisce deterrente e non manda un chiaro messaggio alla società; minimizza la gravità del reato. Il problema quindi non è solo la legge, è come viene applicata. La violenza sugli animali non è un reato 'minore'. Costituisce scientificamente indice di pericolosità sociale».

E sul web si è fatto sentire anche il noto attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzo che, nei mesi scorsi, aveva partecipato personalmente a Chioggia a numerose manifestazioni a favore di Green e per chiedere una condanna giusta e commisurata alla gravità del reato. «La sentenza di condanna del tribunale di Venezia verso il giovane che ha deciso di patteggiare (ritenersi responsabile): un anno di reclusione convertito in 700 ore di sereno volontariato - scrive Rizzo sulla propria pagina Facebook - sì, basterà fare qualche mese di volontariato per compensare il gesto compiuto. E fra 5 anni il reato sarà estinto così il casellario giudiziario del criminale che ha fatto ciò sarà super pulito, come se non avesse mai fatto nulla di male in vita sua. Leggo sui social chi parla di ‘giustizia è fatta’. No, questa non è giustizia. Questa è la vergogna di un Paese totalmente indegno che non rispetta la vita degli animali nonostante le chiacchiere pubblicitarie in tv e che continua a non punire chi commette questi crimini. Perché massacrare un animale non è una bravata, ma un orrendo crimine esercitato verso chi non può difendersi. Con questa sentenza lo Stato ha perso, ha letteralmente fallito. Un abbraccio a Laura e alla sua famiglia che ancora oggi piangono il loro amato gatto».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400