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Cavarzere
29.12.2025 - 15:35
CAVARZERE - Nessuna ordinanza di divieto ma un appello al senso di responsabilità: è il messaggio lanciato dal sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, in vista del Capodanno. Nonostante non sia previsto un divieto formale sull’uso dei botti, Munari ha invitato i cittadini a sconsigliarne l’uso e a comportarsi in modo consapevole, proteggendo il benessere dei cani, dei gatti e degli altri animali domestici, spesso spaventati dai rumori improvvisi. “Festeggiamo insieme con rispetto e attenzione – sottolinea il sindaco –. Un piccolo gesto può fare una grande differenza”.
L’invito arriva dopo l’appello dell’associazione Anta odv – Amici natura tutela animali, che nei giorni scorsi aveva sollecitato i sindaci a emanare ordinanze serie e tempestive, vietando l’uso dei botti sia nei luoghi pubblici che privati. “È una pratica arcaica, ormai condannata dalla società civile – hanno dichiarato i rappresentanti di Anta –. Ai cittadini di Cavarzere chiediamo il coraggio di dire basta. Si tratta di rispetto per i più fragili, non solo per gli animali, ma anche per persone vulnerabili ai rumori forti”.
Non solo animali domestici però. Sul tema dei botti era intervenuta anche la Lipu BirdLife Italy di Venezia invitando la popolazione a rinunciare a questa tradizione o, in alternativa, a limitarsi a spettacoli esclusivamente luminosi, privi di esplosioni sonore. Una richiesta legata alla tutela anche degli uccelli selvatici, sempre più presenti in contesti urbani e periurbani a causa della banalizzazione del territorio, dell’agricoltura intensiva e dell’impoverimento degli habitat naturali, fattori che costringono molte specie a rifugiarsi negli ultimi spazi verdi rimasti, spesso vicino alle abitazioni.
Durante il periodo invernale, quando l’accesso al cibo è già ridotto, gli spari improvvisi possono infatti spaventare gli animali al punto da costringerli ad abbandonare i siti di rifugio, spingendoli a vagare nella notte per chilometri in ambienti sconosciuti. Gli esperti parlano di effetti fisiologici pesanti: accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione sanguigna e un forte stress ormonale, che comportano un enorme dispendio energetico. Queste condizioni, unite alle basse temperature, possono portare alla morte per ipotermia.
Inoltre, animali in fuga e in stato di panico rischiano di collidere con veicoli, edifici, vetrate, cavi elettrici, tralicci e recinzioni, con conseguenze spesso fatali. Anche quando non muoiono immediatamente, ferite e traumi possono risultare letali nei giorni successivi.
Secondo la Lipu, lo stato di choc può durare anche diversi giorni, durante i quali gli animali smettono di alimentarsi, aggravando ulteriormente la situazione. A rendere il quadro ancora più critico è la stagione venatoria ancora aperta, che rende gli uccelli debilitati preda più facile, contribuendo a una ulteriore decimazione delle popolazioni selvatiche.
L’associazione lancia quindi un appello ai cittadini, affinché si rinunci a una tradizione ritenuta dannosa per la biodiversità. I fuochi d’artificio, sottolinea la Lipu, non sono un fattore marginale ma contribuiscono in modo significativo alla mortalità della fauna selvatica, accelerando un processo di impoverimento ambientale già in atto e sempre più preoccupante.
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