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Capodanno “green”: quando l’alternativa ai botti è solo un’illusione

Sfatiamo alcuni falsi miti

Capodanno “green”: quando l’alternativa ai botti è solo un’illusione

VENEZIA - Ogni anno, con l’arrivo del 31 dicembre, si ripresenta puntuale il dibattito sui botti di Capodanno. Pericolosi, inquinanti, stressanti per animali e persone: su questo ormai il consenso è ampio. Sempre più cittadini e amministrazioni locali dichiarano di voler voltare pagina, abbracciando soluzioni definite “green”. Ma la domanda è inevitabile: tutte le alternative sono davvero sostenibili?

Negli ultimi anni si è diffusa una narrazione rassicurante secondo cui basterebbe sostituire i petardi con pratiche “più dolci” per risolvere il problema. In realtà, molte di queste soluzioni nascondono rischi ambientali e di sicurezza tutt’altro che trascurabili. Il rischio è quello di cambiare forma alla tradizione, senza cambiare davvero sostanza.

Il mito delle lanterne volanti

Tra gli esempi più emblematici ci sono le lanterne volanti di carta, spesso presentate come simbolo di pace, spiritualità e rispetto per la natura. La realtà è ben diversa. Alimentate da una fiamma libera, le lanterne possono percorrere chilometri sospinte dal vento e ricadere ancora accese su boschi, campi coltivati, tetti o aree industriali. Numerosi incendi, anche di vaste proporzioni, sono stati ricondotti proprio a questi oggetti apparentemente innocui.

Non a caso, in molte zone d’Italia e d’Europa il loro utilizzo è vietato o fortemente limitato. A ciò si aggiunge un altro problema spesso ignorato: una volta spente, le lanterne diventano rifiuti difficili da recuperare, che possono essere ingeriti da animali selvatici o da bestiame. Definirle un’alternativa ecologica ai botti non è solo impreciso, ma fuorviante.

Fuochi “silenziosi”, ma non puliti

Un altro falso mito è quello dei cosiddetti fuochi d’artificio silenziosi. È vero: producono meno rumore e riducono l’impatto acustico su animali e persone sensibili. Ma il problema non è solo il suono. Questi spettacoli continuano a rilasciare polveri sottili, metalli pesanti e residui chimici nell’aria e sul suolo, contribuendo all’inquinamento atmosferico proprio in uno dei periodi dell’anno in cui le città registrano già livelli critici di smog.

Ridurre i decibel non equivale automaticamente a ridurre l’impatto ambientale. Anche in questo caso, la definizione di “green” rischia di essere più uno slogan che una valutazione basata sui dati.

Candele, fiamme e decorazioni: attenzione ai contesti

Anche l’uso massiccio di candele, fiaccole o fiamme decorative come sostituti simbolici dei botti può rivelarsi problematico, soprattutto in contesti urbani affollati. Rischi di incendio, ustioni accidentali e difficoltà di gestione delle emergenze rendono queste soluzioni poco adatte agli eventi pubblici, se non accompagnate da rigorose misure di sicurezza.

Ancora una volta, l’elemento critico non è l’idea in sé, ma la mancanza di una valutazione complessiva dei rischi.

La sostenibilità non è solo una questione di rumore

Il punto centrale è proprio questo: la sostenibilità non si misura solo in decibel. Una vera alternativa ai botti dovrebbe essere:

  • sicura per persone e animali

  • priva di fiamme libere ed esplosivi

  • a basso impatto ambientale complessivo

  • possibilmente riutilizzabile e non generatrice di rifiuti

Soluzioni come spettacoli di droni luminosi, giochi di luce e laser, installazioni artistiche, concerti e eventi comunitari rispondono meglio a questi criteri. Non sono prive di costi o criticità, ma rappresentano un cambio di paradigma: dalla celebrazione individuale e rumorosa a un’esperienza collettiva e condivisa.

Cambiare abitudini, non solo strumenti

Il Capodanno senza botti non si costruisce semplicemente sostituendo un oggetto con un altro. Richiede un cambiamento culturale, la capacità di ripensare il modo in cui celebriamo, accettiamo il silenzio, valorizziamo la bellezza senza distruggerla.

Continuare a cercare scorciatoie “verdi” rischia di rimandare il problema. La vera sfida è più profonda: festeggiare senza fare danni, rinunciando all’idea che il rumore, il fuoco o l’esplosione siano indispensabili per dare il benvenuto a un nuovo anno.

Forse il gesto più rivoluzionario, oggi, è proprio questo: scegliere una festa che non lasci feriti, incendi o macerie dietro di sé.

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