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Titoli minori guarda al futuro dei nostri giovani

Sono 4mila i a ragazzi sostenuti dagli educatori dalla Cooperativa Sociale

Titoli minori guarda al futuro dei nostri giovani

CHIOGGIA – Quattromila ragazzi sostenuti dagli educatori dalla Cooperativa Sociale Titoli Minori all’interno delle scuole nell’anno scolastico 2022-23. Un numero importante, frutto di una proficua e costante collaborazione con gli istituti scolastici nei territori in cui la cooperativa opera, tra Chioggia e l' Ats Adria. I giovani hanno potuto usufruire, in orario scolastico ed extrascolastico, di una serie di progettualità collegate che, messe a sistema, hanno creato un circolo educativo virtuoso che ha sostenuto le scuole, le famiglie e soprattutto gli alunni. Gli interventi sono numerosi: i disabili sostenuti in processi di apprendimento e di sviluppo delle autonomie scolastiche, favorendo l’inclusione con collaborazioni costanti con gli insegnanti, mediante supervisioni dei casi. A Chioggia l’iniziativa #nonsolocompiti, in collaborazione con la cooperativa ‘L’Approdo’ e il Comune, ha offerto spazi diffusi nella città di supporto scolastico e contesti socializzanti e ricreativi per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni. L’iniziativa, #Salto in Altro, con altre 7 cooperative venete, ha messo a disposizione educatori scolastici in tutti gli istituti comprensivi e paritari del Comune di Chioggia con percorsi di orientamento, sostegno educativo individualizzato per ragazzi con fragilità e uno sportello educativo che ha accolto centinaia di giovani che necessitavano di spazi esclusivi di ascolto. “Un lavoro come quello messo a sistema - spiega Genni Boscolo, responsabile area minori della cooperativa - è molto dinamico e cangiante, ma parte sempre dai bambini e ragazzi visti come singoli e come parte di gruppi inseriti nei contesti di vita. Ed è proprio a partire da questo che si innesta il lavoro sociale di comunità, collante tra giovani, scuole e territori. Siamo consapevoli che le stesse professioni sociali, educative, di cura, esprimono il loro massimo potenziale quando collaborano tra loro e connettono risorse nei territori. Si è sempre operatori sociali di un paese, di un quartiere, di una città, oltre che di un servizio. Lavoriamo con un pensiero inventivo che ci permette di uscire dai percorsi canonici per scoprire strade e possibilità nuove e rispondere ai bisogni dei giovani. Ringraziamo istituti, dirigenti e docenti, che credono nel lavoro di rete e nel lavoro sociale, che trova la sua massima espressione quando sa abitare i territori”.

M.Bio.

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