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Veneto
27.06.2025 - 16:04
Michela Zavagnin
VENEZIA - Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, un'antica tradizione popolare torna a vivere in molte zone del Nord Italia, in particolare in Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte: è il rito della Barca di San Pietro, una suggestiva usanza contadina legata alla festa dei Santi Pietro e Paolo che affascina ancora oggi per la sua semplicità e spiritualità.
Nel tardo pomeriggio del 28 giugno, si prepara un bicchiere (o un vaso) trasparente riempito con acqua. Vi si versa delicatamente un albume d’uovo crudo, senza mescolarlo. Il contenitore viene poi lasciato all’aperto per tutta la notte, esposto alla rugiada e al cielo stellato.
Con le prime luci del 29 giugno, si torna ad osservare. Nell’acqua appare una delicata forma simile a una barca a vela, creata naturalmente dall’albume che, grazie alla variazione di temperatura notturna, si solidifica in leggere filigrane bianche, come vele gonfiate dal vento.
Quello che si vede non è solo un fenomeno fisico: è un segno, un presagio.
Secondo la tradizione:
Se la barca è ben formata, con “vele” distese e armoniose, è segno di fortuna, salute e buoni raccolti.
Se la forma è confusa, indistinta o assente, il significato è meno positivo: un anno difficile, incerto o pieno di ostacoli.
Questo rito, semplice ma evocativo, era praticato da contadini e famiglie per interrogare il futuro, ricevere una benedizione e sentirsi in sintonia con i cicli della natura.
La leggenda narra che San Pietro, pescatore e apostolo, nella notte tra il 28 e il 29 giugno cammini tra orti e campi per benedire le acque. La barca che appare nell’albume sarebbe il segno della sua presenza, un piccolo miracolo nella vita quotidiana.
Oggi la Barca di San Pietro è un rito che si rinnova soprattutto nelle famiglie e nelle scuole, riscoperto come momento di condivisione, spiritualità e contatto con la natura. Nonostante in alcune zone sia caduto in disuso, resta vivo in molti comuni e viene celebrato anche in occasione di eventi culturali locali.
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