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Scuola primaria a rischio in Veneto: Genitori preoccupati per la formazione delle classi

Baldin (M5S): "La colpa è della legge di bilancio del governo Meloni. Confido nelle impugnazioni delle altre Regioni"

Scuola primaria a rischio in Veneto: Genitori preoccupati per la formazione delle classi

CHIOGGIA - A pochi giorni dalla fine dell'anno scolastico e a circa tre mesi dall'inizio del prossimo, molti genitori nell'area metropolitana di Venezia sono ancora in ansia per la formazione delle prime classi della scuola primaria. Il problema riguarda la possibilità che le scuole designate riescano a formare una classe, a causa delle restrizioni legislative che impongono un numero minimo di alunni.

Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, solleva la questione evidenziando come il problema sia emerso già nei mesi scorsi in diverse zone, come il Miranese, la Riviera del Brenta, l'isola di Venezia e la sua provincia meridionale. Ad esempio, a Boscochiaro di Cavarzere, la formazione di una classe è ancora incerta e i genitori protestano per evitare di dover iscrivere i propri figli a Pegolotte di Cona, addirittura in un altro comune. La soluzione delle pluriclassi non è ritenuta adeguata per le esigenze educative di queste età“Anche a Valli di Chioggia – prosegue la consigliera regionale - è a rischio la continuità didattica, visto che al momento sono solo dieci i minori iscritti, a fronte dei tredici necessari per partire a settembre. A Spinea è in bilico un’altra sezione, e anche qui le giuste proteste dei genitori vanno prese in considerazione e soddisfatte. Così al Lido di Venezia, dove sono state raccolte 600 firme per salvare la prima alla scuola Giovanni XXIII di Ca’ Bianca: se non accadrà, sarà inevitabile l’emigrazione verso la scuola Gabelli, al centro dell’isola. Con il paradosso che i genitori di due fratelli o sorelle, che frequentano istituti diversi, dovranno sdoppiarsi per gestirne ingressi e rientri alla stessa ora”.

Il problema si estende anche al possibile trasferimento degli insegnanti. "Già vivere in un’isola è bellissimo quanto difficile, se poi vengono creati ulteriori ostacoli è come dire ai genitori di cambiare casa e di spopolare il luogo dove hanno deciso di continuare ad abitare - specifica -. E meno male che a Malamocco, in controtendenza, tornerà la prima elementare con 25 scolare e scolari iscritti. Il Presidente Zaia e l’Assessore Donazzan devono ricordare che il Veneto è fatto anche di montagne e isole, zone difficilmente assimilabili alle altre, dove anche il passaggio di uno scuolabus non è agevole”.

Erika Baldin attribuisce la responsabilità di questa situazione alla legge di bilancio promossa dal governo Meloni, che impone alle regioni di dimensionare la propria rete scolastica in base a criteri che determinano la dotazione e la distribuzione delle dirigenze. "Questo, apre le porte alla chiusura di non pochi istituti, già prevista nel testo stesso della norma, per via degli accorpamenti e della riduzione del numero delle classi - conclude - . Il Veneto, peraltro, non ha impugnato la legge stessa, a differenza di altre Regioni (anche a guida di centrodestra come la Sardegna) che ritengono che essa violi la Costituzione, legiferando in via esclusiva relativamente all’istruzione, ovvero una materia invece a legislazione concorrente in base all’articolo 117, comma 3°, della Carta. Confido negli esiti delle impugnazioni promosse da altre Giunte regionali, meno acquiescenti col potere centrale rispetto a quella veneta”.

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