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Chioggia
24.06.2023 - 11:04
CHIOGGIA - Enrico Marchesan, poeta chioggiotto, ci porta profondamente dentro la città, tra marmo e acqua salmastra, nel tempo scandito dall’orologio più antico del mondo.
Enrico ci ha messo in evidenza come i turisti abbiano riscoperto Chioggia e i chioggiotti si diano da fare perché ci sia un decoro, e nelle nostre 76 calli tanti restauri edili sono stati fatti. "Nel Canal Vena, adesso che è mattina è silenzioso, ma quando arriva la sera è tutta un’altra cosa: Chioggia ringiovanisce, “è una botta di vita”, si dice. Come fu negli anni ’90 Eros Ramazzotti da Piazzetta Vigo aveva espresso il desiderio di andare a mangiare Al Gato; anche se sono solo due ponti ma fu un’odissea portarlo, era pieno di gente."
"Noi abbiamo l’orologio più antico del mondo, (che ci lega sentimentalmente a Renzo Marchesan, fratello di Enrico, morto a giugno dell’anno scorso), e la macchina dell’orologio era stata scoperta in una soffitta del Comune. Poche settimane fa era venuta una delegazione dall’Istria, da Muggia e da Grado, per vedere il nostro orologio. L’assessorato della Cultura avrà il suo bel da fare, anche con l’avvicinarsi della Sagra del Pesce, dove i turisti avranno da assaggiare non solo il nostro pesce, ma anche tanta della nostra cultura".
Chioggia una città che unisce, Chioggia una città unita dai ponti. "Nei secoli passati i nostri 9 ponti che ora sono in muratura, erano passerelle in legno. Ma siccome la gente d’inverno doveva scaldarsi, qualche tavola spariva per scaldare qualche famiglia. Ora i ponti uniscono, ma devono essere decenti, perché non solo i giovani passano e corrono nei ponti, ma anche i vecchi; vediamo nel ponte Scarpa hanno messo il corrimano. Anche il Ponte della Cuccagna ha il corrimano, ma sta crollando, e non è da oggi. Abbiamo l’esempio del ponte Scarpa che è venuto un gioiello di ponte ma tutti, dico ai rappresentanti del Comune, ma tutti i ponti dovrebbero essere così, dovrebbe essere un piacere mettersi sopra il ponte e guardare il Vena, guardare le barche che passano, e non aver paura di scivolare nel marmo bianco già dal tempo deteriorato. Quindi faccio un appello perché anche le persone meno giovani siano sicure passando i ponti".
I Capitelli sono molti importanti: "essi sono parte di Chioggia e sono parte di Chioggia, parte della religiosità del popolo di una volta ma anche del nostro popolo, perché abbiamo sempre bisogno di qualcuno dall’alto che ci aiuti a vivere".
Molte parole si sono perse, ma ci sono i nonni che ci aiutano a ricordarle parlando il dialetto in famiglia. "Parlare il dialetto non è degradante, verrà insegnato pure nelle scuole, ricordiamoci che sono state le persone che parlavano il dialetto che ci hanno consegnato le città così come sono; non è una parlata, è un canto, è una musica il dialetto".
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