Cerca

VENETO

Paga 730 euro per una Tac

Baldin: "Inaccettabile: la Regione approvi subito la mia legge per tagliare le liste d'attesa”

Paga 730 euro per una Tac

MESTRE - 730 euro per una tac, è quanto ha denunciato di aver speso una paziente dell’Ulss 3 Serenissima che doveva effettuare, entro dieci giorni, un insieme di esami diagnostici tra cui, per l'appunto, una Tac. Scaduto il termine la paziente si è quindi rivolta ad una struttura privata e qui l'amara sorpresa dell'esoso importo. Sul caso è intervenuta la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Stelle Erika Baldin. "Chiedo l'immediata calendarizzazione del mio Progetto di legge regionale per la riduzione delle liste d'attesa. Casi come questo non devono più ripetersi - ha commentato -.  Con la mia legge, il problema sarebbe risolto all'origine: se i tempi d'attesa sono troppo lunghi, il cittadino deve poter ottenere l'erogazione della prestazione in regime di libera professione senza oneri aggiuntivi. Per capirci: la cittadina di Mestre non avrebbe dovuto sborsare 730 euro per la Tac, ma le sarebbe stato sufficiente il pagamento del ticket sanitario. In secondo luogo, quando le liste d'attesa sono fuori controllo, l'Ulss deve sospendere l'attività libero-professionale per dare la priorità ai pazienti del servizio pubblico. Questo, in breve, è il contenuto della mia proposta di legge che aspetta soltanto il via libera da parte del Consiglio regionale”. La donna ha scritto alla Regione per denunciare il fatto e alla direzione dell’azienda sanitaria chiedendo un risarcimento. “Oggi - continua la capogruppo - ho depositato un'interrogazione a risposta immediata per chiedere a Zaia di intervenire e rispondere alla cittadina che si è vista negare un suo diritto. La donna, infatti, ha scritto alla Regione, al presidente Zaia, all'assessora Lanzarin e alla direzione sanitaria dell'Ulss 3 Serenissima per denunciare quanto accaduto e chiedere un rimborso. Esprimo la mia solidarietà alla cittadina rimasta vittima di un sistema iniquo. Ormai le cure sono garantite soltanto a chi può permetterselo: lo dimostra l'indagine di Cgil, Cisl e Uil presentata ieri, secondo cui 7 cittadini su 10 non riescono a prenotare le visite mediche. Tra questi, il 41% si rivolge al privato mentre il 59% rinuncia a curarsi”.

“Voglio anche che la cittadina sappia che sono dalla sua parte nella battaglia per difendere la Sanità pubblica - conclude Baldin - che vuol dire difendere la salute di tutte e tutti. La mia proposta di legge per la riduzione delle liste d'attesa è depositata in Consiglio regionale dal 27 febbraio scorso: cosa si aspetta a calendarizzarla? Con la sua inazione, la maggioranza di Zaia si assume la responsabilità politica del ripetersi di casi come quello accaduto a Mestre”.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400