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LA RISPOSTA
24.07.2023 - 15:44
CHIOGGIA - Torna a scrivere Cinzia Paolina De Lio, la professoressa destituita con una sentenza della Cassazione a causa del suo essere stata assente per un totale di 20 anni su 24 di servizio. Nel comunicato stampa la docente accusa di abusi il Miur che “ha mentito sapendo di mentire”. Secondo la docente la “novità” delle assenze, utilizzata dal Miur per giustificare la propria decisione, distoglie dal reale contenuto della narrativa che sarebbe emerso sulla stampa. “Il Miur Veneto ha mentito sapendo di mentire mentre, invero, le assenze nel corso dei 24 anni di attività a tempo indeterminato sono state del tutto fisiologiche e secondo quanto previsto dal Ccnl - scrive -. L'assurda prospettazione del Miur, incredibile a qualsiasi persona dotata di buon senso, è stata accolta dalla Corte d'appello di Venezia e da qui è passata de plano ai giudici di Cassazione i quali hanno avuto tutto subito così talmente chiaro da ritenere di poter andare a sentenza dopo appena un anno dalla presentazione del ricorso. Un solo anno”. Una narrazione che secondo la docente, l’ha posta “quale vittima sacrificale alla stampa e ai social”. De Lio ritorna anche sul tema della incapacità didattica accusando di una assenza di argomentazioni e di verifiche. “Quanto scritto dal Miur non è mai stato sottoposto a verifica in sede giudiziaria e dunque mai confermato o smentito da alcun testimone - aggiunge -. Nel corso di tutto l'iter giudiziario non sono stati escussi né gli autoreferenziali testimoni del Miur ovvero il dirigente scolastico e le due ispettrici venete di cui una dirigente tecnico né le due categorie di testimoni indicati dalla difesa della docente”. De Lio infatti sostiene di aver indicato testimoni autorevoli, attendibili e degni di fede che avevano rilasciato dichiarazioni scritte ed allegate agli atti sulle sue grandi capacità relazionali e didattiche e sulla sua condotta in servizio. “Ossia due ex dirigenti scolastici in diverse sedi, un ex alunno e suo padre capozona distrettuale della Dia la direzione antimafia - specoidica - , un altro suo ex alunno e sua madre dirigente di alto livello di un'azienda sanitaria, un ex alunno di Chioggia e la madre”. Questi ultimi due, testimoni più recenti dell'attività della docente hanno scritto della valorizzazione del merito da parte della professoressa, che ha sostenuto ed aiutato il ragazzo nel suo percorso arrivando poi ad ottenere una brillante carriera. “Questi sono i voti dati “a caso” dalla professoressa e la sua asserita “incapacità” di valutazione degli allievi come rilevata dalle ispettrici”- aggiunge nel comunicato. De Lio si scaglia anche contro le ispettrici, che le avrebbero contestato, ingiustamente, di aver messo il voto 4 ad una ragazza “solamente” per le “impuntature”, per la sintassi. Ma la docente non si ferma e da questo episodio si riallaccia alle accuse di aver dato voti alti per comprare la complicità degli alunni. “Episodio a suo tempo contestato dal dirigente tecnico che smentisce Francesca B, una' sgallettata prezzolata' di ex alunna che ha avuto il suo momento di gloria rilasciando ai giornali la dichiarazione” - spiega. Il comunicato prosegue accusando di non aver mai dato voce ai testimoni che la difesa della professoressa De Lio aveva citato. Persone che avevano protestato contro la docente, consapevoli, secondo la docente, che “confermare quanto di falso già detto e scritto davanti ad un magistrato avrebbe costituito una falsa testimonianza in giudizio”. Nessun testimone, secondo la De Lio, è stato chiamato a giurare di dire la verità. De Lio conclude il suo comunicato denunciando “misteriose sparizioni” della carriera da fascicolo personale, stato matricolare e Ragioneria di Stato. La docente aveva infatti prestato servizio per quattordici anni in Calabria, nove nella scuola secondaria di primo grado e cinque nella scuola secondaria di secondo grado ma, la ragioniera dello Stato di Reggio Calabria, alla richiesta della De Lio di acquisire la documentazione relativa al proprio servizio ha risposto “la S.V. non ha mai prestato servizio in questa provincia” e che “la competenza in merito a quanto richiesto è della Ragioneria Territoriale dello Stato di Venezia”. Ad essere andato perso anche il fascicolo di Rovigo, poi recuperato dalla stessa docente. De Lio conclude spiegando di essere stata destinataria di un segreto di Stato. “Nel 2006 la De Lio venne trasferita dalla Calabria a Dolo e l'anno successivo a Chioggia - si chiude il comunicato -, in queste sedi non mise mai piede in quanto, pur essendo titolare di cattedra, era destinataria di provvedimento di assegnazione provvisoria “riservato”, con l'apposizione del più basso grado dei segreti di Stato, per gravi motivi di sicurezza richiesto dalla Guardia di Finanza e disposto direttamente a firma del Ministro dell'Istruzione pro tempore in altre province. A Trieste la docente fu sottoposta al pericolo di essere rintracciata “Attraverso la pubblicazione del nome sul sito degli istituti, a causa dell'assegnazione su classi” - conclude. Situazione per la quale la Delio fece ricorso per una tutela negata “In quanto, in considerazione della particolare condizione di riservatezza, la situazione avrebbe imposto l’assegnazione su sede e non su scuola”,
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