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CAVARZERE
19.08.2023 - 14:05
CAVARZERE - Niente fondi per i bambini affetti da autismo sotto i 3 anni di età. E’ quanto sta accadendo ad una famiglia di Cavarzere, madre, padre e un figlio di 2 anni a cui è stata già riconosciuta la sindrome dello spettro autistico. “Mio figlio, 2 anni, andrà all'asilo a partire settembre - spiega il padre -. A causa della presenza della sindrome da autismo la scuola ha esplicitamente detto che, per frequentare, sia seguito da una educatrice durante le ore di scuola. In caso non sia possibile la scuola ha chiaramente detto che non si sente di assumersi la responsabilità del bambino”. Il comune di Cavarzere ha trovato per loro una educatriche che, però, può fornire alla famiglia solo 4 ore di assistenza alla settimana. “Il restante tempo, e giorni, che non sono coperti da questa figura li dovremmo pagare noi - spiega - ma purtroppo si parla di importi veramente alti”. A causare questo problema sembra essere un piccolo cavillo legato all’età, perché i fondi destinati al supporto dei bambini affetti da autismo sono previsti dal terzo anno di vita in su. “I fondi partono solo dai 3 anni in poi per le educatrici dei nido - conferma la mamma -, nonostante le diagnosi di autismo, oggigiorno, vengano definite molto prima, già a 18 mesi”. Il costo di una educatrice, pagata di tasca propria, potrebbe arrivare anche a circa 30 euro l’ora, un importo a fine mese insostenibile per qualsiasi famiglia. “Stiamo già sostenendo il costo di alcune terapie, effettuate privatamente e che ci costano circa 70 euro ciascuna, per migliorare alcuni aspetti del suo apprendimento. Non siamo certamente in grado di sostenere ulteriori costi perché venga seguito anche a scuola. Ci era stato detto di chiedere di accedere a dei finanziamenti ma anche questi sono sempre legati al vincolo dei 3 anni su”. Eppure, spiega la madre, è proprio dai 18 mesi a 3 anni che il lavoro con le educatrici si rivela fondamentale, perché proprio in questa fascia di età il bambino autistico apprende meglio ed il lavoro costante permette di ottenere miglioramenti significativi. “L’asilo, però, senza educatrice non se la sente di assumersi la responsabiltà di tenere mio figlio - conclude la mamma - ed il rischio è non solo che non possa andare a scuola ma anche che, se non viene seguito in maniera continua, si perdano anche i progressi fatti. Mio figlio è in grado di fare le stesse cose degli altri bambini della su età, gli serve esclusivamente aiuto nella fase di apprendimento perché lo fa in maniera diversa rispetto agli altri. Privarlo di questo percorso potrebbe danneggiare lui e tutti i traguardi ottenuti sino ad oggi”. L’appello dei genitori alle istituzioni è a non rimanere sordi alle loro richieste ma piuttosto di aiutarli a trovare una strada ed un aiuto concreto per il bimbo. “Chiediamo che almeno si faccia partire un supporto scolastico maggiore di quello proposto - conclude la mamma -. E se proprio non fosse possibile che il comune provi ad intercedere per noi con le istituzione preposte per trovare delle soluzioni. Abbiamo scritto anche in Regione Veneto per chiedere di aiutarci a risolvere questa situazione. Ad oggi però nessuno ci ha risposto e settembre è ormai alle porte”.
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