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Gastronomia

Il Granchio Blu si "sposa" con il radicchio di Chioggia

L'unione presentata davanti agli studenti dell’Enaip di Chioggia

Il Granchio Blu si "sposa" con il radicchio di Chioggia

CHIOGGIA - Il granchio blu torna in pentola con i tortellini ripieni della polpa del famoso crostaceo unito al radicchio di Chioggia Igp. Un prodotto creato dal pastificio Artusi di Casalserugo che è giù sul mercato dallo scorso 25 ottobre e che è stato presentato ufficialmente ieri mattina davanti agli studenti dell’Enaip di Chioggia che sognano di ripetere, nella vita, il successo imprenditoriale dei due fratelli Alberto ed Enrico.


Dopo anni alle dipendenze di un pastificio, si sono messi in proprio e, partendo dalla classica e tradizionale bottega di paese, sono arrivati a creare il loro pastificio che, con i tortellini di granchio blu e radicchio di Chioggia Igp sono sbarcati addirittura nel canale della grande distribuzione francese di prodotti gourmet e di qualità. Durante l’incontro è stato presentato anche il libro di Paolo Caratossidis “Granchio blu minaccia o risorsa?”.


“Ho iniziato a studiare il fenomeno del granchio blu anni fa quando lavoravo al mercato ittico di Chioggia - spiega l’autore - questa estate c’è stata questa invasione e soprattutto dal Veneto è partita una sorta di missione: quella di prendere una minaccia e di lavorare per originare una filiera per far ricadere nei territori ‘colpiti’ dal granchio blu anche degli aspetti positivi ed è quello che si sta facendo con il pastificio Artusi che trasforma in risorsa il crostaceo cucinandolo e realizzando i tortellini con il radicchio di Chioggia Igp. Certo ci sono anche delle contraddizione che andrebbero risolte, con l’Italia, ad esempio, che spende più di 100mila euro al giorno per mandare all’inceneritore il granchio blu e contemporaneamente si spendono risorse per importarlo dalla Tunisia o dalla Grecia. Il prodotto va valorizzato e non demonizzato. Non possiamo prendercela con il granchio blu perché mangia le vongole, lui è un crostaceo e fa quello che deve fare per sopravvivere. Non sarà nemmeno l’ultimo”.


L’obiettivo dei tortellini degli Artusi è chiaro: coniugare il temibile killer dei mari ad uno dei prodotti di punta del territorio. Unire in un connubio di sapori la tradizione del mare e quella orticola, rappresentata ieri dall’amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto, Giuseppe Boscolo Palo.
“Questo prodotto è un aiuto per la filiera ittica che è minacciata dal granchio blu - spiegano i fratelli Alberto ed Enrico Artusi - per noi è motivo di orgoglio averlo realizzato anche per aiutare il territorio”.
Gli studenti hanno potuto ascoltare il racconto della nascita del pastificio e ricevere preziosi consigli su come si diventa imprenditori: “La vita vi porterà nel mondo del lavoro presto - hanno detto loro i fratelli Artusi - metteteci grande passione e arriverete ai vostri obiettivi”.


Ci interessava molto fare questa esperienza - racconta il direttore di Enaip Veneto Stefano Cicigoi - i ragazzi hanno potuto confrontarsi con una grande realtà aziendale. Ci interessa trasmettere ai nostri studenti innovazione ma anche qualità, un prodotto, quello dei tortellini, che appartiene anche al territorio, grazie alla storica collaborazione con il radicchio di Chioggia Igp”.

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