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VENETO
10.01.2024 - 10:00
PADOVA - Lunedì pomeriggio, Stefano Voltolina, un giovane di 26 anni originario di Chioggia, è stato trovato agonizzante nella sua cella presso la Casa di Reclusione Due Palazzi di Padova. Il giovane si è tolto la vita. La macabra scoperta è stata fatta dai suoi compagni di sezione, che hanno subito dato l'allarme. Nonostante i tentativi dei sanitari di rianimarlo, Stefano è stato dichiarato morto alle 19. La sua morte riapre il dibattito sulla sicurezza all'interno delle strutture carcerarie, già provate da episodi simili in passato. A riportare la notizia, il quotidiano "Il Mattino di Padova".
Stefano Voltolina era detenuto a Padova da agosto, proveniente da un altro istituto, e aveva la sua pena prevista fino al 2028. La sua reclusione, dovuta a un reato di violenza sessuale, lo relegava in una sezione particolare al primo piano, destinata a detenuti che avevano commesso azioni difficilmente accettate dagli altri carcerati.
Il giovane sembrava, all'apparenza, un ragazzo come tanti, segnato forse da una vita non facile. Nonostante fosse seguito dal punto di vista sanitario e ricevesse farmaci, Stefano ha ceduto al peso del carcere, svelando ancora una volta le problematiche legate alla salute mentale dei detenuti e sollevando interrogativi sulla gestione delle sezioni speciali destinate a reclusi con profili delicati.
Claudio Mazzeo, direttore della Casa di Reclusione, ha espresso tristezza per l'accaduto, sottolineando che Stefano aveva una routine regolare in carcere. Frequentava la scuola, partecipava a corsi di musica, e secondo il direttore, non aveva mostrato segni evidenti di malessere. La sua morte ha colpito coloro che lo conoscevano, creando un senso di sgomento nella comunità carceraria.
Manuela Mezzacasa, volontaria di Granello di Senape - AltraCittà, ha cercato di far emergere la complessità della figura di Stefano. Originario di Chioggia, il giovane aveva trascorso parte della sua vita a Padova, affidato a una casa famiglia. Figlio di un pescatore con una famiglia numerosa, Stefano era descritto come irrequieto, con una storia scolastica irregolare.
Mezzacasa, colpita personalmente dalla vicenda, ha ricordato un progetto di lavoro a tre con Stefano in biblioteca, un tentativo di dare uno sfogo alla creatività del giovane attraverso la scrittura. Tuttavia, il fallimento di questo progetto diventa ora una parte indelebile della memoria di Stefano.
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