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AGRICOLTURA

Radicchio, stagione di incognite

Boscolo Palo punta il dito sul mancato catasto ortofrutticolo: “Difficile fare previsioni per aprile”

Radicchio, stagione di incognite

CHIOGGIA – Radicchio precoce: entro metà aprile i primi conferimenti al mercato ortofrutticolo daranno una prima idea della qualità del prodotto soggetto, più che mai, alle variegate condizioni meteo degli ultimi anni. Dopo un periodo relativamente lungo di siccità invernale, in queste ultime settimane l’acqua è caduta copiosamente nei terreni. Inevitabili le possibili conseguenze per il radicchio di Chioggia Igp, anche se al momento difficilmente quantificabili. Nel frattempo il mercato ortofrutticolo di Brondolo vive in una sorta di “limbo”. Chioggia Ortomercato del Veneto continua a gestirlo per questo 2024 nell’attesa che il Comune finisca lo studio per capire se è possibile trasformarlo da mercato alla produzione a mercato all’ingrosso. Con questo cambiamento sarebbe possibile darlo in affidamento direttamente alla società comunale Sst. Ma nell’attesa tutto rimane come negli anni precedenti con Giuseppe Boscolo Palo, amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto: “Difficile capire cosa succederà con il radicchio ad aprile – spiega Palo – proprio in questi giorni un noto produttore della Marche e dell’Abruzzo mi ha chiesto quanto radicchio precoce verrà trapiantato, ma non ci sono dati ufficiali anche perché non è mai stato avviato quello che chiediamo da tempo e cioè il catasto ortofrutticolo con dati certificati dalla Regione. Senza numeri certi, quindi, si va a sensazioni e possiamo dire che gli ortolani metteranno gli stessi ettari della stagione precedente”. Quello che potrebbe cambiare è la resa per ettaro, anche in base al clima di questo ultimo periodo: “Ha piovuto molto negli ultimi 15 giorni – spiega ancora Palo – e quindi i terreni sono impregnati d’acqua e hanno causato, inevitabilmente, difficoltà per le procedure meccaniche di trapianto. Alcune piantine sono rimaste ferme 45 giorni con un ritardo di 15 giorni per la semina. Questo potrebbe causare delle variazioni sia sul peso che sulla qualità del cespo. Lo scopriremo attorno all’8 di aprile”. Altro tasto dolente quello del prezzo: “La produzione media è di 35 quintali a ettaro – conclude Palo – ma chiaro che in base anche alle condizioni meteo, la resa per ettero può essere minore. Di conseguenza i costi della produzione aumentano e non è detto che poi vengano coperti dal prezzo del prodotto. C’è quindi sempre il rischio che chi produce poi non riesca a coprire i costi di produzione”.

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