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IL DATO
29.03.2024 - 13:57
L'amministratore unico del mercato ortofrutticolo Giuseppe Boscolo Palo
CHIOGGIA – Radicchio, in primavera i guadagni migliori, il 2023 perdite del 50% rispetto al 2022. Chioggia Ortomercato del Veneto ha diffuso tutti i dati sui conferimenti del radicchio rosso tondo e rosso lungo. Nel 2023 hanno subito complessivamente una contrazione rispetto al 2022 del 5,62% (il tondo del 4,84% e il lungo del 8,56%) attestandosi a 63.897 quintali (50.957 quintali per il tondo e 12.940 quintali per il lungo). Il fatturato complessivo delle due varietà è stato, nel 2023, di 3.224.019 euro mentre quello del 2022 si era attestato a 6.421.864 euro registrando quindi una perdita di quasi il 50%. Il trimestre con i maggiori conferimenti è il secondo (aprile, maggio e giugno), 32.553 quintali di tondo e 8.162 quintali di lungo con una contrazione complessiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 3%, questo vale anche per il fatturato che, per le due tipologie di radicchio, è stato di 2.056.137 euro. “E’ sempre più evidente che è la stagione primaverile del radicchio rosso tondo precoce – dichiara l’amministratore di Chioggia Ortomercato Giuseppe Boscolo Palo – quella in cui si forma la redditività delle aziende agricole del nostro territorio. Dopo due anni positivi, paradossalmente favoriti dalle incertezze commerciali provocate dalla pandemia Covid-19 dove a fronte della cautela negli investimenti da parte dei produttori di altre aree produttive c’è stata, soprattutto, anche quella dei commercianti nell’immagazzinare prodotto tardivo sia veneto che marchigiano nelle celle frigo. Il risultato è stato quello di avere due stagioni primaverili interessanti per l’arenile chioggiotto che in mancanza di prodotto frigo-conservato ha ottenuto prezzi sostenuti (nel 2022 la media è stata per il tondo di 1,24 euro al kg) trascinando le medie annuali su valori buoni (0,78-0,99 euro al kg per il radicchio tondo e 0,80 euro al kg g per quello lungo rispettivamente nel 2021 e nel 2022 rispetto ai 0,36 euro al kg del tondo e 0,65 euro al kg del lungo del 2020). Valori importanti minati in parte dal forte aumento dei costi di produzione e da situazioni climatiche estreme che hanno determinato cali di rese per ettaro. Sicuramente ha influito per la scorsa stagione primaverile il fatto che le celle frigo erano ritornate a riempirsi come se non di più rispetto a prima del Covid-19 penalizzando di fatto le nostra produzione: molti commercianti hanno cominciato a frequentare il nostro mercato a maggio dopo che hanno esaurito il loro prodotto frigo-conservato”. Il 2024 pare essere partito con il piede giusto: “Nei primi mesi del 2024 le quotazioni sono state discrete – continua Boscolo Palo – con una media per il rosso tondo di 0,80 euro al kg e per il lungo di 0,70 euro al kg decisamente diverse dai valori di un anno fa dove il radicchio tondo si vendeva meno di 15 centesimi al kg e il lungo non superava i 30 centesimi. Questi valori sono indubbiamente segnali importanti che vanno nella direzione di una stagione primaverile positiva perché ci fanno pensare che siamo di fronte da un lato ad un risveglio del consumo di radicchio da parte del consumatore e dall’altro ad un incremento della domanda di acquisto del commerciante che evidentemente ha molto meno prodotto stoccato nelle celle frigo. È chiaro che queste prospettive positive sono mere ipotesi visto comunque che ad oggi non abbiamo dati strutturali certi di quanti siano gli ettari investiti a radicchi e quindi anche alla reale consistenza del prodotto frigo-conservato, oppure se questo inverno mite andrà a influire negativamente sulle rese produttive per ettaro rispetto ai dati consolidati dei 300/350 quintali che si producevano fino al 2019”.
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