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L’APPELLO
13.04.2024 - 14:50
CHIOGGIA – Liceo classico a rischio, la mobilitazione continua. Il Vescovo di Chioggia Monsignor Giampaolo Dianin ha scritto una lettera alle autorità competenti per chiedere di salvare la classe prima che, al momento, non può essere realizzata per l’esiguo numero di iscrizioni (solo 8). Ma la vicenda sta assumendo anche connotati sempre più politici. Già il sindaco Mauro Armelao, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera all’assessore regionale all’istruzione Donazzan ed all’ufficio scolastico regionale. Ora arriva anche un ordine del giorno da parte dei consiglieri di “Chioggia Protagonista” Francesca Donà e Davide Vianello che sarà discusso in uno dei prossimi consigli comunali. “Il liceo classico – si legge nell’Odg – è presente nel nostro Comune da ben 55 anni e, solo 4 anni fa, contava ben 26 iscritti al primo anno. Il numero minimo di studenti per classe è 12 e, pertanto, sarebbe possibile ottenere una deroga per un numero di 8 studenti considerando che vi è un precedente che ha permesso la realizzazione di una classe articolata per 10 studenti. Inoltre, l’assenza della classe prima del liceo classico, qualora si verificasse, costituirebbe, senza alcun dubbio, una grave perdita culturale per la nostra città. La logica dei numeri non può prevalere, senza alcun buon senso o ragionevolezza, sull’opportunità formativa degli studenti di un intero territorio e la posizione territoriale della nostra città porterebbe inevitabilmente gli studenti interessati a spostarsi, percorrendo lunghi tragitti”. L’ordine del giorno, qualora fosse approvato, impegna il sindaco e la Giunta a continuare l’azione già intrapresa nei confronti dell’Ufficio Scolastico regionale dal sindaco Armelao e dal vescovo della Diocesi di Chioggia, a sostegno dell’ottenimento di una deroga. Intanto anche uno storico professore di lettere e latino del liceo, Roberto Vianello, interviene sulla questione lanciando il proprio personale appello: “Niente prima classe del classico – scrive l’insegnante - È la dura legge dei numeri, si dirà. Ma la legge dei numeri è per sua natura ottusa, non guarda in faccia i volti, non registra bisogni drammaticamente reali. La coscienza e la ragione, invece, possono comprenderli. Non chiediamoci pertanto per qual motivo due soli alunni mancanti portino alla ghigliottina un indirizzo formativo consolidato (lo scorso anno l’articolata è stata concessa per dieci studenti, a fronte dei dodici previsti): e se gli alunni fossero nove? Coscienza e ragione si farebbero invece altre domande: la formazione classica è valida o no? è utile o no ai giovani, alla loro città? Se qualche giovane continua a chiederla, è un bene negarla? Parliamo della scomparsa di una intera offerta formativa in una città di cinquantamila anime, non della semplice triste riduzione di un numero di classi. Scelta incomprensibile di fronte a organici regionali che ci risultano confermati anche per il prossimo anno (niente spese aggiuntive, dunque). Ma a ciò conduce la fredda logica dei numeri. Resta da chiedersi se i bisogni dell’individuo e di una comunità ne restino tutelati, se amministrazione e politica scolastica non stiano tradendo il compito a cui sono chiamate: la promozione culturale e umana del cittadino di un intero territorio. Prima studente, poi insegnante del Classico chioggiotto, auspico un sussulto di consapevolezza da parte delle Amministrazioni scolastica e politica locali e l’intervento di chiunque ritenga disdicevole l’interruzione di un servizio scolastico richiesto da pochi oggi, ma richiesto”.
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