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AUSER
20.04.2024 - 11:53
CAVARZERE - “Matteotti, moderno ed internazionale, prima ancora di essere un martire”. Giovedì scorso, nella nuova sede dell’Auser di Cavarzere, si è tenuto il secondo appuntamento de “Il libro è servito”, la tradizionale attività, coordinata da Liana Isipato, che da anni richiama un gruppo sempre più numeroso di amanti della letteratura. Di particolare interesse è stato l'incontro con Diego Crivellari, autore con Francesco Jori di “Giacomo Matteotti, figlio del Polesine”.
Dopo il saluto della presidente dell’Auser, Floriana Nicolè, Liana Isipato ha brevemente presentato il senso complessivo dell’opera, mettendone in rilievo il valore e l’originalità. Matteotti non viene qui appiattito come martire ma ci viene restituito un ritratto completo dell’uomo, a partire dal suo legame con la terra polesana, misera e tormentata dai conflitti sociali, in cui fin da ragazzino ha agito.
Crivellari ha sottolineato la formazione giuridica di Matteotti, col docente di Diritto penale Alessandro Stoppato, nato a Cavarzere; formazione che ha determinato poi la sua concretezza ed etica nell’agire, come amministratore e come uomo politico. Sì è dato molto spazio alla precoce consapevolezza di Matteotti, a differenza di altre forze politiche, di quale portata e di quale pericolosità fosse l’affacciarsi sulla scena del fascismo. Già nel suo discorso del marzo 1921 sottolineava la violenza del “sistema Polesine” che, come ha ricordato Liana Isipato, nella stessa Cavarzere vide nel novembre del 1920 le devastazioni a danno della camera del Lavoro locale, e - pochi mesi dopo - i primi assassini politici, a cominciare da Giuseppe Pavanello, segretario della Federbraccianti.
“La modernità di Matteotti, oltre al suo riformismo radicale e pragmatico, che assegnava un primato al fattore economico, consiste anche - ha proseguito Crivellari - nel suo legame con i socialisti degli altri Paesi europei, convinto dell’importanza di uscire dai limiti della propria nazione. Ancora modernissime le parole di Matteotti sull’educazione dei giovani e sulla necessità di uno studio teorico, poetico, libero e non finalizzato nell’immediato al lavoro”.
Da parte del pubblico sono stati ricordati degli aneddoti familiari legati al personaggio Matteotti. Fulvio Dal Zio, dirigente sindacale e amico di Crivellari, ha giustamente voluto ricordare l’impegno di quest’ultimo, da parlamentare, per fare riconoscere nel 2017 la Casa-Museo di Fratta come Monumento nazionale.
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