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TURISMO

Bolkenstein, nessuna deroga

Polemiche e molte contraddizioni anche sulla scarsità, o meno, della risorsa spiaggia

Bolkenstein, nessuna deroga

CHIOGGIA – “La scadenza delle concessioni demaniali è confermata al 31 dicembre scorso, le amministrazioni comunali disapplichino eventuali deroghe”. Altra tegola sui concessionari demaniali con il Consiglio di Stato che recentemente si è espresso in tal senso contestando anche il fatto che la risorsa spiaggia non sia scarsa. Nella sentenza si richiama ‘ai principi della Corte di Giustizia Ue’ per dare ‘immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale’. La sentenza del Consiglio di Stato riguarda il ricorso del 2023 di un proprietario di uno stabilimento balneare a Rapallo. I giudici si richiamano ai ‘principi della Corte di Giustizia Ue, 20 aprile 2023, e a tutta la giurisprudenza europea precedente di dare immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale’. Di conseguenza sottolineano l'obbligo per i comuni di disapplicare le deroghe confermando la scadenza delle concessioni al 31 dicembre dello scorso anno. Inoltre nella sentenza è contestato il fatto che la risorsa spiaggia non sia scarsa, tesi invece sostenuta dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della direttiva Bolkenstein. “Con quest’ultima sentenza fondamentalmente non cambia nulla in quanto viene solo ribadito che la mappatura delle coste non ha un valore giuridico – spiega Leonardo Ranieri, vicepresidente nazionale del Sib e presidente Cisa Camping -. La stessa sezione del Consiglio di Stato ha sentenziato che, in mancanza di una pronuncia della Corte di Giustizia europea sulla questione indennizzi, le procedure sono sospese. Resta il fatto che è assolutamente necessario e ormai inderogabile che lo Stato vada a legiferare in materia per poter garantire la continuità di un settore, come quello balneare, che è fondamentale per il turismo italiano e che fino a oggi ha garantito la fruibilità delle nostre spiagge con servizi all’avanguardia e che tutto il mondo ci invidia. Un settore che ha investito e, soprattutto, garantito a migliaia di famiglie un’occupazione. Senza una legge si rischia di cancellare una parte importante del turismo italiano”. Dello stesso avviso Gianni Boscolo Moretto, presidente di Gebis-Chioggia Spiagge: “Siamo di fronte all’ennesima sentenza sul tema delle concessioni balneari che sostanzialmente va a fare ulteriore pressing sull’intervento del Governo. La pronuncia del Consiglio di Stato sicuramente non ha il valore di una legge. È una sentenza che riguarda un caso specifico, ma che non condiziona l’operato fin qui svolto dalle amministrazioni comunali. L’esempio è la sentenza plenaria successivamente cassata. Il nodo vero è che la politica deve onorare il suo ruolo di regolamentare un settore strategico e trainante per l’economia turistica e deve farlo in fretta. La concomitanza delle prossime elezioni europee sicuramente non sta aiutando”. Per il presidente di Ascot Spiagge Giorgio Bellemo “La sentenza è in linea con quella precedente e ribadisce che la risorsa sia scarsa. L’esatto contrario di quanto dice il Governo con il rilievo fatto dal tavolo tecnico. Evidentemente – spiega sarcasticamente Bellemo – il tribunale deve avere un apparato tecnico più bravo di quello del governo per dire se c’è o no scarsità di risorsa. Dal 2010 c’è la Bolkestein e i governi si stanno trastullando e i tribunali si stanno sostituendo alla politica latitante. Il problema deve essere affrontato e gestito in maniera molto decisa”.

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