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SINDACATI

I portuali incrociano le braccia

La causa principale è lo stallo, da dicembre, del rinnovo del contratto collettivo nazionale

I portuali incrociano le braccia

Il Porto di Chioggia

CHIOGGIA – Nuovo contratto e formazione: il personale dei porti di Chioggia e Venezia domani e venerdì incrociano le braccia. E’ stato infatti proclamato uno sciopero dalle sigle sindacali Filt Cgil e Fit Cisl. Il motivo principale è lo stallo sul rinnovo del contratto collettivo nazionale che permane, ormai, da dicembre. Lo sciopero coinvolgerà sia i lavoratori turnisti che quelli giornalieri, ad esclusione delle figure che sono responsabili della sicurezza degli impianti e la tutela del patrimonio aziendale; la vigilanza e il mantenimento in funzione degli impianti per merci deperibili, animali vivi e per il controllo merci pericolose. Sullo sciopero ieri è intervenuto anche il Segretario generale aggiunto della Fit Cisl Veneto Marino De Terlizzi: "Oggi e domani i lavoratori dei porti, e di Venezia in particolare, scioperano per 48 ore.

Dopo otto mesi dall'avvio della contrattazione sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) con le controparti datoriali sono stati fatti passi in avanti ma non ancora sufficienti. Oltre alla parte economica, deve essere considerata pure quella inerente alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che passa anche per la formazione continua e gli aspetti della conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Inoltre, per favorire il turnover, è necessario anche individuare dei fondi per gli esodi in quiescenza dei lavoratori più anziani. Chiediamo alle parti datoriali di dare risposte positive ai lavoratori in tempi brevi che da troppo tempo attendono il rinnovo del contratto". Uno sciopero che è stato indetto, a livello nazionale, dalle stesse sindacali già lo scorso giugno. La vertenza per il rinnovo del contratto nazionale e questa importante mobilitazione devono inoltre essere l’occasione nel territorio “per discutere come le importanti risorse investite nel porto non rimangano a vantaggio di pochi – sottolineano i sindacati – ma siano occasione di ridistribuzione di risorse nel territorio partendo da un lavoro, in tutte le sue articolazioni, garantito, di qualità, retribuito equamente e svolto nel pieno rispetto di tutte le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro”.

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