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L’ADDIO
05.07.2024 - 17:39
CHIOGGIA - Cattedrale gremita per l'ultimo addio a Marco Salvagno, il 21enne tragicamente scomparso venerdì scorso in un incidente accaduto all'interno del cantiere edile della società Bielo a Venezia. C'era il sindaco Mauro Armelao, c'erano tantissimi giovani che con Marco avevano condiviso tanti bei momenti, c'erano i rappresentanti delle società con cui aveva giocato come portiere (Bgs, ASD Yes Work Valli e molte altre), tutti uniti nel dolore per la perdita di un ragazzo così giovane la cui perdita ha lasciato tutti nello sconforto. I suoi amici si sono presentati alle esequie con una maglia nera con impressa sul davanti una foto di Marco sorridente, con una maglia azzurra in posa in un parco. Dietro la frase "Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta".
Sulla sua bara è stata posata la maglia verde di portiere che tante volte aveva indossato quando difendeva i pali dell'Asd Valli Calcio a 5. A ricordarlo nell'omelia Don Vanni Ghion, sacerdote dei Salesiani dove Marco, da giovane, aveva passato molti momenti spensierati crescendo bene nonostante le difficoltà famigliare, grazie anche agli insegnamenti del nonno Angelo. "Quando succesdono questi fatti - ha detto Don Vanni - che portano con sè anche qualcosa di assurdo, si mescolano tristezza, rabbia, incredulità, specie quando la vita dell'uomo sta ancora germogliando. Ci troviamo qui una settimana dopo l'incidente e non è un semplice ricordo di Marco quello che stiamo vivendo. Quello che stiamo celebrando è un atto di fede. In questi giorni stiamo provando fatica ad accettare quanto accaduto. Solo la parola di Dio può essere il balsamo che risana le ferite. L'ultima volta ho incontrato Marco il giorno dei Santi, l'11 giugno e mi ha sempre colpito di lui, la cordialità, il saluto che non negava mai. Un saluto quasi di gratitudine per quello che aveva vissuto nel cortile dei Salesiani, per quel tempo che da ragazzino aveva passato con i suoi amici. Aveva un carattere impulsivo, ma sempre in grado di ritornare al proprio posto con l'aiuto di chi gli voleva bene. Sappiamo bene che nel suo cuore non sono mancati momenti di tristezza, ma ha sempre cercato di vivere con serenità. Marco ora è al sicuro e nelle mani di Dio". La fidanzata Aurora ha portato all'altare una lettera che, per l'emozione e il dolore, non è riuscita a leggere. Lo ha fatto per lei Marco Lanza, speaker locale che conosceva Marco per i suoi trascorsi calcistici: "Ciao amore mio, è passata già una settimana da quel giorno in cui il destino ci ha separato. Penso ai bei momenti che abbiamo passato: siamo stati l'uno la forza dell'altra, volevamo una vita insieme. Abbiamo passato 5 anni di gioia, ma, a volte, anche di dolore. Tu mi facevi sentire unica e speciale, non avrei mai cambiato nulla di te. Tu sai quanto ci amiamo e ci siamo amati. Mai avrei pensato di fare una lettera così, per ricordarti. Quando ti ho visto su quel letto di ospedale eri bello come sempre, sembrava stessi dormendo. Invece era tutto vero. Tu vivi e vivrai sempre dentro di me". Un lungo applauso ha accompagnato il feretro all'uscita della cattedrale.
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