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IL CASO

“Pene esemplari per il responsabile”

L’onorevole del Movimento 5 Stelle Susanna Cherchi nel suo intervento alla Camera

“Pene esemplari per il responsabile”

CHIOGGIA – La violenza e l’uccisione del gatto Green arrivano alla Camera dei Deputati a Roma. L’onorevole del Movimento 5 Stelle Susanna Cherchi chiede una pena esemplare per il responsabile. Il suo intervento alla Camera ha portato tutto l’ambiente politico a conoscenza del caso scoppiato a Chioggia qualche giorno fa. “Green è morto – ha detto nel suo intervento l’onorevole Cherchi -. Una crudeltà inaudita si è avventata su di lui. Il responsabile ha scaricato sul gatto tutta la sua rabbia e la sua cieca gelosia. Il micio è stato massacrato da un 25enne e ha smesso di respirare: troppi calci e pugni presi. La città ha seguito la vicenda sperando reagisse alle cure. Green aveva la mandibola fratturata, un trauma cranico, gli sono stati strappati i denti, aveva la vescica spappolata e le zampette posteriori fratturate con un bastone. L’individuo in questione è stato denunciato, ma chi si accanisce con questa violenza contro un essere indifeso è un soggetto pericoloso socialmente, troppo violento. Una tale rabbia prima o poi colpirà un bambino o una donna. Le leggi ci sono, ma non sono sufficienti e difficilmente si concretizzano con azioni adeguate. Auspico una pena esemplare per questo individuo: castigarne uno per correggerne cento”.

Sul caso della brutale violenza anche l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha presentato una denuncia contro il giovane. L’uomo dovrà rispondere di maltrattamento e uccisione di animali ed Enpa chiede che venga riconosciuta la pericolosità sociale del soggetto. “Ormai – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – trattiamo con il nostro ufficio legale, tramite l’avvocato Claudia Ricci, almeno un caso a settimana di reati caratterizzati da questo livello di crudeltà efferata. E’ assolutamente necessario riconoscere la pericolosità sociale di questi individui che compiono atti così orribili e bisogna farlo senza aspettare il termine del processo ma disponendo da subito delle misure contenitive per queste persone”. Da anni ormai la Protezione Animali sottolinea l’importanza di interpretare la crudeltà sugli animali come indicatore di pericolosità sociale. “Oltre a essere un atto di violenza efferata - continua Carla Rocchi - questo episodio è l'ennesima dimostrazione della pericolosità sociale di chi maltratta animali. Non possiamo sottovalutare questi segnali: persone capaci di infliggere tali crudeltà a esseri indifesi sono spesso inclini a compiere atti violenti anche verso gli esseri umani. La gelosia sfociata in violenza nei confronti di un essere indifeso in questo caso ne è un esempio lampante. L’animale viene vissuto dal violento come un prolungamento della persona stessa, da colpire e maltrattare.” Enpa chiede pene più severe e azioni preventive immediate per questi reati che spesso prefigurano comportamenti violenti verso gli esseri umani. La violenza sugli animali non è solo un crimine contro le creature più vulnerabili, ma un chiaro segnale di devianza che deve essere affrontato con la massima serietà.

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