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Turetta, arriva l'ergastolo

Dopo sei ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise di Venezia ha emesso il verdetto

Turetta, arriva l'ergastolo

Filippo Turetta, davanti alla Corte d'Assise di Venezia

VENEZIA - Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. 

Oggi, 3 dicembre 2024, dopo sei ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise di Venezia ha emesso il verdetto: ergastolo per Filippo Turetta. Il presidente della Corte, Stefano Manduzio, ha riconosciuto le aggravanti di premeditazione e rapporto affettivo, escludendo però quella di crudeltà. La sentenza è stata accolta in un silenzio carico di tensione, con la famiglia di Giulia presente in aula, visibilmente provata ma determinata a ottenere giustizia per la giovane vittima.

L'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto il 12 novembre 2023, è stato un atto di violenza brutale. Giulia, una promettente studentessa di ingegneria biomedica, è stata uccisa con 75 coltellate, il suo corpo ritrovato giorni dopo in un anfratto roccioso a Piancavallo. Filippo Turetta, reo confesso, ha ammesso di aver pianificato l'omicidio, secondo quanto ricostruito spinto dalla gelosia e dall'incapacità di accettare la fine della loro relazione. Le indagini hanno rivelato un quadro inquietante di premeditazione, con Turetta che aveva già considerato l'idea di rapire e uccidere Giulia.

Il processo, iniziato il 23 settembre 2024, ha visto quattro udienze intense, culminate con la richiesta del pubblico ministero Andrea Petroni di condannare Turetta all'ergastolo. Le testimonianze e le prove raccolte hanno dipinto un quadro chiaro di un omicidio premeditato, nonostante la difesa abbia cercato di minimizzare la responsabilità di Turetta, descrivendolo come un giovane incapace di gestire le proprie emozioni. Le parole dell'avvocato difensore, Giovanni Caruso, hanno suscitato indignazione, soprattutto tra i familiari di Giulia, che hanno percepito un tentativo di umiliare la memoria della giovane.

La famiglia di Giulia, sebbene devastata dalla perdita, ha mostrato una forza straordinaria nel chiedere giustizia e nel promuovere un cambiamento culturale. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha lanciato un appello alla società, invitando tutti a diventare "agenti di cambiamento contro la violenza di genere". La fondazione creata in memoria di Giulia rappresenta un faro di speranza, un impegno concreto per prevenire future tragedie simili.

"L'ergastolo comminato a Filippo Turetta è la sentenza attesa, secondo ordinamento, per un delitto non solo efferato ma premeditato e programmato nei suoi minimi termini, quale frutto estremo della follia di controllo di un maschio verso il corpo, la mente, la vita di una donna - il commento di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo il verdetto della Corte di Venezia -È evidente che l'assassino non è straniero e non ha vissuto ai margini della società, come postula il ministro Valditara. E in casi del genere, dove il crimine alligna all'interno di rapporti di coppia disfunzionali, sono la stragrande maggioranza in Italia: lo conferma il report del Centro Antiviolenza di Chioggia".

Proprio oggi, a Caldiero nel Veronese, un marito è indagato dopo la scoperta del cadavere della moglie nella loro abitazione. "L'ergastolo -conclude Baldin- non restituisce Giulia al padre, alla sorella, al fratello, alle amiche. Ma m'illudo costituisca uno degli strumenti di deterrenza affinché non dobbiamo piangere più altre Giulia, altre Cristina".

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