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ECCELLENZE
07.12.2024 - 12:09
CHIOGGIA - Il vicesindaco Elena Zennaro ha ricevuto sabato scorso il premio amico delle forze dell'ordine 2024, un prestigioso riconoscimento conferito dall'associazione nazionale Polizia Penitenziaria. Il premio, che celebra l'impegno verso la legalità, è stato consegnato dal presidente dell'associazione, Cavaliere Filomino Porcelluzzi, per una carriera dedita alla diffusione dei principi di giustizia e diritto.
Quali sono le motivazioni alla base della sua premiazione con il Premio Amico delle Forze dell'Ordine 2024?
“Il Premio mi è stato conferito per una carriera che ho dedicato alla promozione della legalità e, in particolare, alla diffusione dei principi fondamentali del diritto e della giustizia. È un riconoscimento molto significativo, istituito venticinque anni fa, che ogni anno premia persone o enti che si sono distinti nella promozione di una cultura del rispetto delle leggi. Sono onorata di ricevere questo premio, che mi è stato conferito dal Cavaliere Filomino Porcelluzzi, Presidente dell'Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria, nell'ambito della provincia di Venezia”.
Nel suo ruolo di Vicesindaco, come coniuga la cultura della legalità con le sue deleghe, in particolare quella alla cultura?
“Porto avanti la delega alla cultura insieme ad altre importanti competenze, come l'avvocatura civica e gli affari istituzionali. La cultura della legalità è un filo conduttore che attraversa numerosi interventi dell'amministrazione. Un esempio concreto è lo sportello di prossimità, che abbiamo istituito con il sindaco Armelao. Questo sportello ha lo scopo di avvicinare le persone alla giurisdizione volontaria e offrire supporto legale. Stiamo anche lavorando per creare le condizioni per una giustizia che concilia le regole della convivenza con le esigenze delle persone. In questo contesto, Chioggia ha ottenuto una menzione all'interno dell'Osservatorio Nazionale della Giustizia Riparativa, dimostrando così il nostro impegno per una giustizia che non si limiti solo alla punizione, ma che favorisca anche la riparazione e il dialogo.”
Di recente ha partecipato a un convegno sulla giustizia e il sistema carcerario. Quali sono stati i punti più interessanti che ha condiviso?
“Il convegno a cui ho partecipato è stato molto stimolante. Il primo relatore, il Dott. Sbriglia, era già stato ospite a Chioggia in un evento organizzato dall'Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria. Durante il convegno, è emerso un aspetto molto interessante: l'umanizzazione del sistema penitenziario. Si è discusso del bisogno di interrogarsi sull'efficacia di un sistema penale puramente repressivo e di come questo possa, allo stesso tempo, rispondere alle esigenze di giustizia delle vittime. Credo che sia fondamentale pensare a un sistema di giustizia che non si limiti alla punizione, ma che sia anche riparativo. In altre occasioni, come nei convegni di Chioggia, abbiamo sottolineato come la giustizia debba essere più che una semplice applicazione della legge, ma una cultura che rispetti e valorizzi anche le esigenze delle persone coinvolte.”
Che ruolo ritiene possa avere la giustizia riparativa nel panorama della giustizia italiana?
“La giustizia riparativa rappresenta un cambiamento importante nel nostro approccio alla giustizia. È un modello che cerca di risolvere i conflitti in modo che tutte le parti coinvolte – sia il colpevole che la vittima – possano trovare un percorso di risoluzione condiviso. Come amministrazione, ci impegniamo a promuovere questa filosofia, cercando di lavorare su una cultura giuridica che sia più giusta e rispettosa delle persone, lontana dalla mera applicazione delle norme. Il nostro obiettivo è quello di costruire una comunità che sia non solo regolata dalla legge, ma che abbia anche un forte senso di solidarietà e comprensione reciproca.”
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