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CAVARZERE
25.03.2025 - 11:16
CAVARZERE - “Odiare ti costa”, recitava così una campagna nata diversi anni fa per l'assistenza legale a chi era vittima di calunnie, diffamazione, hate speech e leoni da tastiera. Ed odiare è costato, in effetti, ad una donna che, lo scorso mese, senza alcun motivo, aveva offeso pubblicamente il sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, commentando un post di Facebook, forse dimenticando che, anche se nascosti dietro ad una identità digitale, la calunnia rimane calunnia ed è quindi perseguibile legalmente.
“Ho presentato denuncia querela per diffamazione a mezzo stampa e oggi, dopo una trattativa del mio legale con l'indagata, ho deciso di rimettere la querela a fronte di un risarcimento - ha spiegato Munari -. Ho deciso altresì di donare la somma del risarcimento tramite buoni spesa che consegnerò alle famiglie bisognose del territorio”.
Un finale che, quasi fosse necessario doverlo fare, deve ricordare ad ogni persona che si approccia ai social che le parole, se usate male, possono ferire, anche se stessi. “Accetto le critiche, meglio se costruttive, ma non tollero e non tollererò mai, le ingiurie gratuite e le mancanze di rispetto. Forse mettendo mano al loro portafoglio, si renderanno conto che i social non sono piattaforme dove si può dire e scrivere ciò che si vuole impunemente” - conclude il sindaco.
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