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Veneto
14.08.2021 - 10:39
VENEZIA - Il lavoro nero presente in Italia “produce” ben 77,8 miliardi di euro di valore aggiunto. Il Veneto, comunque, è una tra le regioni del Paese che ne conta di meno: “solo” 5,4 miliardi. Una piaga sociale ed economica, sottolinea l’Ufficio studi della Cgia, che, a livello territoriale, presenta livelli molto diversificati. La Lombardia, ad esempio, sebbene conti oltre 504 mila lavoratori occupati irregolarmente, è il territorio meno interessato da questo triste fenomeno: il tasso di irregolarità è pari al 10,4 per cento, mentre l’incidenza del valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare sul totale regionale è pari al 3,6 per cento; il tasso più basso presente nel Paese. Subito dopo scorgiamo proprio la nostra regione (con un’incidenza del 3,7 per cento), la provincia Autonoma di Bolzano (3,8) e il Friuli Venezia Giulia (3,9). Complessivamente si stima che in Veneto ci siano 206.500 lavoratori in nero che “provocano” un tasso di irregolarità del 9%. Per contro, la situazione più critica si registra nel Mezzogiorno. In Calabria, ad esempio, a fronte di “soli” 135.900 lavoratori irregolari, il tasso di irregolarità è del 22 per cento e l’incidenza dell’economia prodotta dal sommerso sul totale regionale ammonta al 9,8 per cento. Nessun’altra realtà territoriale presenta una performance così negativa.
Sebbene non ci sia una correlazione lineare, è evidente che nelle regioni dove c’è più lavoro nero il rischio di avere un numero di infortuni e di morti sul lavoro è più elevato. Purtroppo, le statistiche ufficiali “faticano” a dimostrare questo assunto; dove dilaga l’economia sommersa, infatti, le persone che si infortunano o non denunciano l’accaduto o, quando sono costrette a farlo, dichiarano il falso per non arrecare alcun danno ai caporali o a coloro che li hanno ingaggiati irregolarmente. Anche per questi motivi, la lotta contro gli infortuni e le morti sul lavoro va intensificata ovunque ma, a nostro avviso, andrebbe potenziata l’attività ispettiva soprattutto nelle aree e nei settori dove la presenza dell’economia sommersa è più diffusa.
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