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DAL COMUNE
21.08.2023 - 14:11
CHIOGGIA - Il primo cittadino Mauro Armelao fa il punto sull’iter del riconoscimento dello status di comunità marina, chiesto a gran voce dalle 20 destinazioni balneari italiane che registrano almeno 1 milione di presenze turistiche all’anno, una spesa turistica di 46 miliardi di euro collegato ad un importantissimo indotto. Dal 2018 i sindaci del network chiedono che la legge consideri le realtà territoriali che d’inverno contano tra i 7mila e i 50mila residenti ma che d’estate vedono lievitare a dismisura il numero delle presenze. Al momento attuale, invece, le risorse a disposizione, dal numero dei vigili urbani in servizio ai medici di turno negli ospedali o nei pronto soccorso, degli amministratori non variano. Città come Chioggia, definite “a fisarmonica” che presenta 50mila residenti stabili che d’estate diventano più del doppio.
Armelao, che punto è l’iter per lo status di comunità marina?
“L’attività parlamentare è iniziata con l’audizione dei rappresentati del G20Spiagge in X Commissione parlamentare, a fine luglio. Come ha ribadito la presidente del G20Spiagge Roberta Nesto in sede di Commissione, le materie sulle quali si concentra la nostra attenzione sono tante: dal lavoro stagionale alla gestione dei rifiuti alla tutela dell’ambiente, solo per citarne alcune. Ma la base dalla quale partire è il riconoscimento della nostra specificità, che consideriamo giustificata e collegata ad una realtà ben precisa. Nel 1953 sono state riconosciute le comunità montane, ebbene, noi chiediamo il riconoscimento di comunità marine. E chiediamo che questo avvenga in tempi rapidi perché la gestione dei nostri territori diventa sempre più difficile e chi soffre di più è il residente”.
Cosa cambia per Chioggia con lo status di comunità marina?
“Avremo la garanzia di un potenziamento delle forze dell’ordine da impiegare nel periodo estivo per il controllo del territorio. Oggi sono insufficienti e ogni anno il sindaco deve mendicare i rinforzi al Prefetto. Con lo status invece avremo questi rinforzi per legge. Lo stesso dicasi per il potenziamento dei servizi sanitari che deve essere commisurato alle reali presenze”.
Lei ha evidenziato anche il problema della gestione dei rifiuti
“Quando da 50mila passiamo a 130mila presenze è facile comprendere quanto questo incida sulla produzione dei rifiuti. Ma la Tari resta sempre e comunque in capo ai residenti. Per non parlare dei rifiuti spiaggiati. Ogni anno spendiamo 1 milione 800 mila euro per la pulizia della battigia. Quello dei rifiuti spiaggiati è un problema che conoscono bene i comuni come Chioggia, quelli che hanno nel loro territorio le foci dei fiumi. Noi ne abbiamo due, Adige e Brenta, che attraversano tante città nel loro percorso e che poi, inevitabilmente, portano al mare tutti i detriti raccolti. Anche in questo caso, siamo noi alla fine a pensare alla pulizia del nostro litorale. Non trovo che sia giusto, servono contributi ‘a pioggia’ per le comunità marine”. E poi c’è il problema delle infrastrutture che mancano, servono vie di collegamento per rendere agevole l’accesso dei turisti, soprattutto dei pendolari.
Come stanno facendo rete i comuni del network?
“I sindaci si scambiano informazioni, esperienze vissute, soluzioni ai problemi. Da nord a sud abbiamo capito che le esigenze sono le stesse, da Taormina a Chioggia si tratta di richieste in fotocopia”.
Cosa chiedete al governo?
“Mi auguro che entro fine anno si trovi una quadra sulla proposta di legge, che almeno venga condivisa dai gruppi parlamentari. Ci tengo a sottolineare che saranno i residenti a beneficiare di questo status. Deve passare il messaggio che il turista non è un ‘fastidio’ ma un’opportunità i cui vantaggi andranno a beneficio dei residenti. Con lo status di comunità marina questo si tradurrà in un maggiore spazio di manovra per chi amministra le realtà locali”.
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