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Il caso
27.02.2024 - 18:01
ROVIGO - E' stato condannato a due anni di reclusione, sospesi a patto che segua un percorso di recupero presso strutture che si occupano di violenza, a un risarcimento in favore della parte civile fissato a 7500 euro e a rifondere quasi 3mila euro di spese legali.
Questa la sentenza pronunciata nella mattinata di martedì 27 febbraio, dal giudice del Tribunale di Rovigo nei confronti dell'imputato nel procedimento per maltrattamenti. Maltrattamenti, per la verità, anche di un genere molto particolare: tra gli altri comportamenti contestati, infatti, l'uomo avrebbe anche costretto la moglie a partecipare a scambi di coppia.
Sostanzialmente accolte le richieste del pubblico ministero, che alla scorsa udienza, esattamente una settimana fa, aveva domandato una condanna a due anni di reclusione. Soddisfazione anche dalla parte civile, affidata all'avvocato Giuseppe Carinci del foto di Rovigo.
"Con la delicatezza e discrezione che deve informare un caso come questo - spiega - la difesa della persona offesa accoglie con favore il fatto che il Tribunale di Rovigo abbia ritenuto penalmente responsabile l’imputato per tutti i fatti di cui al capo d’accusa. Oggi più che mai il tema della violenza di genere perpetrato in famiglia è attuale e finalmente le vittime stanno trovando il coraggio di uscire dalla violenza, ancorché, come in questo caso perpetrata in maniera subdola".
"La situazione in cui si è trovata la vittima è quella in cui si trovano molte donne, troppe donne, che faticano ad uscire da un 'amore maltrattante': si è trovata ingabbiata in una spirale di costrizione e paura che - esclusivamente grazie e per le sue figlie - ha disperatamente voluto sciogliere. Attendiamo a questo punto di leggere le motivazioni della sentenza".
Protagonista della vicenda, con ruoli diversi, presunto maltrattatore lui, presunta vittima lei, una coppia bassopolesana. Il clima familiare, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbe stato già a monte decisamente pesante, con una sudditanza psicologica della moglie nei confronti del marito, con tanto di tradimenti e pesanti umiliazioni alla donna. Quest’ultima, infatti, sarebbe stata accusata dall’imputato di non farlo sentire sufficientemente uomo, dal momento che non restava incinta.
Su questo retroterra si innesta, in base alle contestazioni, la vicenda degli scambi di coppia, ai quali la donna sarebbe stata indotta a partire dal 2019. Secondo la parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Carinci, già qui si poteva parlare a pieno titolo di costrizione, mentre l’accusa è andata più cauta. Il quadro, tuttavia, muta notevolmente nel 2020, quando la donna si innamora - chiaramente sempre secondo questa ricostruzione dei fatti - di un uomo conosciuto proprio tramite gli scambi. Il marito se ne accorge e, oltre gli scoppi di rabbia, avrebbe minacciato la moglie, per fare in modo che si concedesse anche ad altre coppie, nell’ambito degli scambi, non solo a quella con la quale, evidentemente “si trovava bene”.
E sarebbe arrivata anche la minaccia, per fare in modo che la moglie accondiscendesse a questi desideri: in caso contrario, avrebbe reso pubblico il fatto che la donna partecipava agli scambi, dicendolo anche alle stesse figlie.
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