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15.03.2024 - 16:09
VENEZIA - Secondo un'indagine condotta dalla Cgil, Venezia vive più di rendita che di lavoro. A confermarlo i dati Istat sull'occupazione del 2023 e che parlano di totale assenza di gestione del mercato del lavoro, trasformando il territorio nel più povero del Veneto.
Daniele Giordano, segretario generale del sindacato, evidenzia come l'impatto del Covid-19, in relazione a un'economia fortemente orientata al turismo, abbia avuto conseguenze particolarmente importanti nel veneziano. «Dai dati emerge una ripresa, che c’è stata quasi esclusivamente proprio in quel settore» sottolinea Giordano. Ma non tutto è oro ciò che luccica. Mentre si discute dell’approvazione e del mancato finanziamento della ZLS (Zona Logistica Speciale con sgravi fiscali su investimenti e assunzioni), il ministro delle imprese Adolfo Urso risponde con un omaggio al Conte Mascetti, personaggio di "Amici miei", e cita la burocrazia «quando tutti sappiamo come il problema siano le risorse».
Per la Cgil , le politiche di sviluppo dell’area metropolitana dovrebbero puntare, oltre che sul turismo, anche sull'impresa. «Dovrebbe però far riflettere come un numero così elevato di visitatori non sia in grado di arricchire un territorio, ma al contrario lo impoverisca. L’industria, dopo il calo subito nel 2021 e nel 2022, non accenna a dare segnali di ripresa, così come le costruzioni rimangono stabili».
Di fronte a un mercato del lavoro descritto come «povero, precario e poco qualificato», il sindacato ha più volte puntato il dito contto l'aumento dei contratti a tempo determinato e in somministrazione e il proporzionale calo dei contratti a tempo indeterminato, soprattutto nel settore turistico. «Serve attrarre investimenti in grado di qualificare il lavoro nell’area metropolitana. Le istituzioni si preoccupino del lavoro e della sua qualità, contrastando un’economia che si sposta sempre più sulla rendita». Venezia, città di straordinaria bellezza, si trova dunque a fare i conti con una realtà economica complessa. Un paradosso che, se non risolto, potrebbe compromettere il futuro di un territorio che vive di rendita e non di lavoro.
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