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Veneto

Una nave carica di esplosivi attracca a Venezia

Il Giallo della destinazione finale della Nave Borkum

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È un giallo quello legato alla nave Borkum, battente bandiera di Antigua e Barbuda, entrata nel porto di Venezia sabato scorso, attraccando al terminal Transped con un carico di esplosivi a bordo. Secondo la rete di attivisti spagnoli della "Red Solidaria contra la Ocupación de Palestina", il cargo avrebbe come destinazione finale il porto di Ashdod, in Israele, con un carico che comprende "20 tonnellate di motori a razzo, 12,5 tonnellate di razzi, 1.500 chili di sostanze esplosive e 740 chili di cariche per cannoni".

Le informazioni ufficiali, tuttavia, dipingono un quadro diverso. Secondo le autorità, il carico non contiene armi "finite" ma TNT, un nitroderivato che necessita di ulteriori lavorazioni per essere trasformato in munizioni. Niente razzi, dunque, ma solo materiali grezzi. Questa discrepanza tra le versioni ha alimentato il sospetto e la preoccupazione tra i cittadini e i gruppi politici locali.

Il gruppo politico Potere al Popolo del Veneto ha denunciato un passaggio continuo di imbarcazioni che potrebbe essere legato alla guerra a Gaza, attraverso il porto di Venezia. La capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, ha presentato un'interpellanza al governo, chiedendo chiarimenti alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri Guido Crosetto, Antonio Tajani e Matteo Salvini. "Entrata in rada alla bocca di porto di Malamocco, la nave Borkum, armatore tedesco, trasporta 12 contenitori di materiale esplosivo. Prima di arrivare nelle nostre acque è stata contestata in Spagna dagli attivisti di Podemos che hanno sostenuto contenga armi dirette in Israele. Chiedo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Guido Crosetto, Antonio Tajani e Matteo Salvini smentiscano", ha dichiarato Zanella.


Le proteste non si sono limitate alle aule parlamentari. Oggi alle 17:30, i militanti di "Fronte Gioventù Comunista" presidieranno il varco portuale di via del Commercio, con una manifestazione di protesta per la presenza della nave, preannunciata in questura. "Non possiamo permettere che dopo l'ennesimo massacro a Rafah, in cui l'esercito sionista ha assassinato brutalmente decine di persone, i nostri porti consentano il passaggio di carichi sospetti verso Israele, ennesima prova della complicità del governo Meloni nel genocidio palestinese", hanno dichiarato i manifestanti.

Dal punto di vista amministrativo, le carte della Borkum sono in regola. La prossima destinazione non è Israele ma la Spagna, dove la nave era stata contestata prima di arrivare in Slovenia. Il motivo del passaggio a Venezia è stato spiegato dalla stessa Capitaneria di Porto lagunare: il mercantile doveva ricevere un carico di tubi d'acciaio diretti in Kuwait e in Iraq. In questo caso, il transito riguarda una nave battente bandiera straniera, diretta verso un paese non colpito da embargo, e non è prevista alcuna operazione riguardante armamenti a Venezia. Le dogane, inoltre, prevedono regole precise per le operazioni di esportazione, importazione e transito di materiali di armamento, "che garantiscono la conformità della movimentazione dei materiali alla politica estera e di difesa del nostro paese".

LE REAZIONI POLITICHE
Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato duramente le proteste, soprattutto quelle che hanno visto l'occupazione della stazione di Bologna da parte dei manifestanti pro Palestina. "Treni cancellati e in ritardo, dovranno risarcire i danni", ha dichiarato, sottolineando le conseguenze delle manifestazioni sul traffico ferroviario.


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