Il mare bollente manda in crisi l'allevamento delle cozze nelle Lagune Venete

VENEZIA - Allarme nelle lagune venete, il raccolto di cozze è diminuito del 60% rispetto agli anni precedenti a causa delle temperature torride dei questi mesi estivi. A lanciare l'allarme alcuni operatori del settore che segnalano come molte di esse siano molto piccole ed alcune addirittura morte. La causa sembra essere un mare che ha mantenuto per mesi una temperatura media tra i 28 e i 30 gradi, anche nei fondali. Una temperatura troppo alta per le cozze che prosperano a 22 gradi.

Dopo il granchio blu, la mucillagine e la planaria a indebolire i mitili, quest'anno, l'innalzamento delle temperature del mare ha reso impossibile la crescita delle cozze e la situazione è così grave che i pescatori chiedono di intervenire per trovare una soluzione. I mitili allevati, infatti, stanno morendo e si stanno staccando dalle strutture di coltivazione, precipitando sul fondo marino. La perdita di produzione porterà a un crollo del fatturato di circa il 50% rispetto al 2023. La Regione ha predisposto un dossier per chiedere lo stato di calamità naturale al Ministero dell'Agricoltura.

Tra le idee in fase di sviluppo per rispondere alla crisi una "super cozza", capace di resistere al cambiamento climatico attraverso due progetti europei: Ignition e ShellfishBoost che vedono la partecipazione del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell'Università di Padova. 

Nel frattempo scienziati e specialisti del settore avvertono: "Il problema delle cozze è direttamente collegato alle emissioni di gas serra, che devono essere ridotte al più presto". Attualmente il mare Mediterraneo si sta surriscaldando più velocemente rispetto alle previsioni e, di questo passo, tra 50 anni nessuna delle specie attuali sopravviverà, ma resisteranno solo quelle della zona tropicale atlantica, all'altezza del Senegal.