MESTRE - Il bilancio delle morti sul lavoro in Italia continua a crescere, con numeri allarmanti che evidenziano una tragedia ancora lontana dall’essere risolta. Sono i dati emersi dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre che confermano come alla fine di luglio 2024, sono 577 le vittime sul lavoro, con un aumento di 18 decessi rispetto allo stesso periodo del 2023, pari al +3,2%. Questo incremento preoccupa ulteriormente se si considera che una vittima su cinque è straniera.
Le regioni italiane sono state classificate in base al rischio di mortalità sul lavoro. In zona rossa, con un'incidenza di morti sul lavoro superiore al +25% rispetto alla media nazionale (18,7 morti ogni milione di lavoratori), troviamo: **Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Sicilia ed
Emilia-Romagna. Queste aree si confermano le più pericolose per i lavoratori. Al contrario, le regioni più sicure, in zona bianca, con tassi di mortalità inferiori alla media nazionale, sono: Marche, Veneto, Liguria e Friuli-Venezia Giulia.
Le 577 vittime registrate nel 2024 includono 440 decessi avvenuti durante l’orario lavorativo e 137 durante il tragitto casa-lavoro. Il settore delle costruzioni continua ad essere il più colpito, con 79 decessi. Seguono le attività manifatturiere (55 morti), trasporti e magazzinaggio (46), e il commercio (32).
Mauro Rossato, presidente dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, sottolinea come questi numeri dimostrino la persistente inadeguatezza delle misure di prevenzione e sicurezza sul lavoro. "Parlare di emergenza è riduttivo, questi numeri rivelano una tragedia costante che richiede un intervento più deciso", afferma Rossato.
I dati rivelano che i lavoratori ultrasessantacinquenni sono i più esposti al rischio, con un’incidenza di 75,2 morti ogni milione di occupati, seguiti dalla fascia 55-64 anni (28,9). Tra le vittime, spiccano i lavoratori stranieri, con un rischio di morte quasi triplo rispetto agli italiani: 43 morti ogni milione di stranieri contro 15,9 per gli italiani.
Oltre alle morti, crescono anche le denunce di infortunio, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2023. Nel solo settore manifatturiero, le denunce sono state 42.782, seguite dalle costruzioni (21.552) e dalla sanità (20.670).