VENEZIA - I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Venezia, insieme ai colleghi del NIL di Padova e della Compagnia di Piove di Sacco (PD), hanno eseguito due misure cautelari personali con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Le misure, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Padova su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono state applicate nei confronti di due titolari di un'azienda di nazionalità cinese, residenti a Brugine (PD). Questi sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato) e all’impiego di manodopera clandestina, violando anche contratti nazionali e norme sulla sicurezza del lavoro.
L’indagine, condotta dai Carabinieri del NIL di Venezia dal gennaio 2022 al luglio 2024, si è avvalsa di attività tecniche e dinamiche, supportate dalle dichiarazioni dei lavoratori offesi. L’operazione, denominata “TROUSERS”, ha incluso servizi di osservazione, controllo e pedinamento, acquisizione di documenti lavorativi e verifiche delle condizioni lavorative. È emerso che i lavoratori, principalmente stranieri, erano impiegati in condizioni degradanti e pericolose, con retribuzioni ben al di sotto dei contratti collettivi e in alloggi fatiscenti.
Durante le indagini sono stati accertati diversi aspetti problematici tra cui retribuzioni inferiori ai 5 euro l’ora, con lavoro retribuito a cottimo in modo non conforme ai contratti; violazioni dell'orario di lavoro e delle normative sui periodi di riposo e ferie, con impiego dei lavoratori per 12-14 ore al giorno; violazioni delle norme di sicurezza e igiene sul lavoro e condizioni abitative degradanti per i lavoratori, che vivevano in immobili in pessime condizioni igienico-sanitarie.
Le indagini hanno rivelato la grave situazione di sfruttamento dei lavoratori, spinti ad accettare condizioni lavorative estreme per sostenere le famiglie nei loro paesi d'origine. Gli elementi raccolti hanno confermato un “quadro indiziario gravissimo” a carico dei quattro soggetti coinvolti.
Il Tribunale di Padova, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo dell’immobile adibito a laboratorio e dei due alloggi adiacenti all'azienda, per un valore complessivo di 400mila euro. Ai residenti è stata concessa la possibilità di mantenere il domicilio in attesa di una sistemazione alternativa.
Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e gli indagati devono essere considerati innocenti fino a una eventuale condanna definitiva.