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Oltre 33mila giovani hanno lasciato i banchi di scuola

Lo studio di Cgia sull'abbandono prima di completare un ciclo di studi superiore o di formazione professionale

Oltre 33mila giovani hanno lasciato i banchi di scuola

VENEZIA - Il fenomeno dell’abbandono scolastico torna a preoccupare in Veneto, dove oltre 33mila giovani tra i 18 e i 24 anni hanno deciso di lasciare i banchi di scuola prima di completare un ciclo di studi superiore o di formazione professionale. Questo dato, raccolto dall’Ufficio studi della CGIA su informazioni Eurostat e Istat, fotografa una realtà complessa e allarmante: sono giovani che, spesso, hanno completato solo la licenza media e che, attualmente, non frequentano alcun corso scolastico o formativo. Il fenomeno non è isolato al Veneto, ma rappresenta una criticità a livello nazionale, particolarmente acuta nelle regioni del Sud Italia e sorprendentemente nella Provincia Autonoma di Bolzano.

Nonostante a livello nazionale si registri una tendenza al calo della dispersione scolastica, in Veneto la situazione è in peggioramento. Il tasso di abbandono scolastico nella regione è infatti passato dal 9,5% del 2022 al 9,8% del 2023, segnando un aumento rispetto al periodo pre-pandemia. Questo incremento colpisce soprattutto i giovani provenienti da famiglie con disagio sociale o economico, che faticano a trovare nella scuola una risposta alle loro esigenze. La mancanza di un diploma o di una formazione professionale rappresenta un ostacolo significativo per questi ragazzi nell’accesso al mercato del lavoro, specialmente in un contesto in cui le competenze digitali e legate alla transizione ecologica diventano sempre più richieste.

Gli istituti professionali rappresentano un punto di riferimento fondamentale per molti studenti, specialmente per coloro che hanno avuto difficoltà nel percorso scolastico tradizionale o che provengono da contesti sociali difficili. Il ruolo "antidispersivo" di queste scuole, spesso ubicate in zone periferiche o caratterizzate da degrado urbano, è cruciale per prevenire l’abbandono scolastico, ma richiede maggiori risorse per essere pienamente efficace.

A livello nazionale, il problema della dispersione scolastica è particolarmente grave in Sardegna, dove il tasso di abbandono ha raggiunto il 17,3% nel 2023, seguita da Sicilia (17,1%) e dalla Provincia Autonoma di Bolzano (16,2%). Anche la Campania (16%) e la Puglia (12,8%) presentano tassi preoccupanti, mentre il Veneto si posiziona al di sopra della media nazionale con un 9,8%. Tuttavia, in termini assoluti, la Campania guida la classifica con 72mila giovani che hanno abbandonato gli studi, seguita da Sicilia (62mila), Lombardia (53mila) e Puglia (38mila).

L'Italia, con un tasso di abbandono scolastico del 10,5%, si colloca tra i Paesi europei con i dati peggiori, superata solo da Spagna (13,7%) e Germania (12,8%). Questi numeri sono particolarmente significativi in un’Europa che, complessivamente, vede una riduzione della dispersione scolastica, con una media dell’Eurozona che si attesta al 9,8%.

È interessante notare come in Veneto, così come in Emilia Romagna e Lombardia, gli studenti mostrino una preferenza per gli istituti tecnici e professionali rispetto ai licei, un dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Nel Veneto, infatti, il 56,9% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado ha scelto un percorso tecnico o professionale, seguiti dall’Emilia Romagna (56%) e dalla Lombardia (52,4%). Questo dato riflette la forte vocazione produttiva del tessuto economico di queste regioni, che richiede competenze tecniche e professionali per sostenere le proprie attività.

Le sfide poste dall’abbandono scolastico sono molteplici e complesse, ma una delle chiavi per affrontarle è il rafforzamento del sistema di istruzione e formazione professionale. Solo attraverso un’offerta formativa adeguata, che risponda alle esigenze del mercato del lavoro e offra opportunità concrete ai giovani, sarà possibile arginare la dispersione scolastica e garantire un futuro più solido a chi, oggi, è più a rischio di esclusione sociale e lavorativa.

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