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Veneto
05.11.2024 - 16:11
VENEZIA -Il progetto River Eye, lanciato nella primavera del 2023 dall’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, si è concluso con risultati significativi dopo un anno di monitoraggio sui fiumi veneti, tra cui il Piave, il Bacchiglione e il Canal Bianco. Questa iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la start-up Blue Eco Line e l’associazione Plastic Free Onlus, da anni attiva nella lotta contro l'inquinamento da plastica. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di raccogliere dati dettagliati sul trasporto di rifiuti plastici flottanti, al fine di elaborare strategie efficaci per proteggere gli ecosistemi fluviali e il mare Adriatico.
Grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia, come videocamere di monitoraggio e algoritmi di intelligenza artificiale, River Eye ha permesso di identificare e quantificare la presenza di macroplastiche nei corsi d’acqua veneti. I dati raccolti hanno rivelato un collegamento diretto tra le precipitazioni stagionali e l'aumento della plastica nei fiumi, con picchi di inquinamento particolarmente evidenti durante i periodi di pioggia intensa.
“Questa prima fase del progetto ci ha aiutato a identificare le principali fonti di inquinamento, come scarichi industriali, afflusso urbano e abbandono diretto di rifiuti,” ha commentato Bottacin. “I dati che abbiamo raccolto non solo ci forniscono una visione più chiara della situazione attuale, ma ci consentono anche di pianificare strategie di mitigazione dell'inquinamento. Stiamo ora progettando interventi specifici, come l'adozione di sistemi di sbarramento per intercettare i rifiuti e migliorare la gestione dei rifiuti in ambito fluviale.”
Un’analisi approfondita ha rivelato che il Canal Bianco è il fiume più colpito dal trasporto di plastica, seguito dal Bacchiglione, con entrambi i corsi d'acqua influenzati dalla presenza di conche di navigazione e sistemi di regolazione dell'acqua. Il monitoraggio ha anche evidenziato il Piave, che, sebbene avesse un trasporto di rifiuti inferiore rispetto agli altri due fiumi, ha mostrato picchi significativi durante gli eventi di pioggia, suggerendo la necessità di ulteriori indagini.
Tra i materiali plastici più frequentemente rinvenuti nel corso del monitoraggio ci sono bottiglie, contenitori rigidi e polistirolo ad uso agricolo, che rappresentano una minaccia per la fauna selvatica e per gli ecosistemi acquatici. “L'importanza di questo progetto risiede non solo nel monitoraggio, ma anche nel fatto che stiamo sviluppando un piano d’azione concreto per affrontare l’inquinamento da plastica nei fiumi,” ha sottolineato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus. “Ogni azione concreta ci avvicina a un futuro più pulito e sostenibile. Siamo pronti a suggerire ulteriori passi da compiere per migliorare la situazione ambientale in Veneto e speriamo che altre regioni possano seguire il nostro esempio.”
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