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Veneto, tariffe in aumento e raccolta differenziata da record

Ma il quadro resta disomogeneo rispetto al resto d'Italia

Veneto, tariffe in aumento e raccolta differenziata da record

VENEZIA - Nel 2024 i costi della gestione dei rifiuti in Veneto continuano a crescere, con un aumento del 5,2% rispetto all'anno precedente: la spesa media per una famiglia è salita a 275 euro rispetto ai 262 euro del 2023. Il dato emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che analizza tariffe e raccolta differenziata nei capoluoghi italiani.

In Veneto si registrano notevoli differenze tra i capoluoghi di provincia. Venezia, ad esempio, è il comune più costoso con 369 euro all’anno, in aumento del 7% rispetto al 2023. Seguono Rovigo (344 euro) e Verona (236 euro, +7,4%). Vicenza registra l’aumento più marcato (+8,4%), mentre Belluno rimane il capoluogo più economico, con una spesa media di 205 euro (+5,3%). La spesa media veneta, pur in crescita, rimane comunque inferiore a quella nazionale, che si attesta a 329 euro (+2,6% rispetto al 2023).

Il Veneto si conferma una delle regioni più virtuose nella raccolta differenziata, superando ampiamente l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa europea: nel 2022 la media regionale si è attestata al 76,2%. Tuttavia, anche in questo caso, emergono disparità: Treviso svetta con l’87,1%, seguita da Belluno (86,3%). Verona, invece, è in coda con un modesto 53,4%, evidenziando difficoltà strutturali o gestionali.

Anche la produzione pro capite di rifiuti presenta differenze significative: Venezia si distingue per i 630,6 kg per abitante prodotti annualmente, ben al di sopra della media regionale (477,4 kg). Treviso, con 454 kg, si posiziona invece tra i più virtuosi.

A livello nazionale, la raccolta differenziata ha finalmente superato il 65% nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto agli obiettivi europei. Il dato positivo è però accompagnato da forti disparità territoriali: mentre il Nord Italia primeggia con una media del 71,8%, il Sud fatica a raggiungere il 57,5%. In alcuni capoluoghi, come Palermo (15,6%) e Catania (22%), la raccolta differenziata è ben lontana dagli standard minimi richiesti.

Per quanto riguarda i costi, la spesa media nazionale è cresciuta, toccando i 329 euro annui. Le tariffe più alte si registrano in Puglia (427 euro), mentre il Trentino-Alto Adige rimane la regione più economica con 203 euro.

Nonostante i progressi in termini di raccolta differenziata, persistono ostacoli significativi. Tra le criticità segnalate dagli utenti figurano l’inadeguatezza del servizio e la mancanza di incentivi economici per favorire pratiche sostenibili. Il divario tra i comportamenti dichiarati dalle famiglie (l’85% afferma di impegnarsi nella raccolta differenziata) e la realtà dei fatti (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) sottolinea la necessità di interventi mirati per sensibilizzare e facilitare i cittadini.

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